Category Archives: Formazione

La formazione ai tempi della digital transformation

4 Apr , 2024,
esseti
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PMI in cerca di competenze. Perchè non basta disporre di tecnologie innovative per assicurarsi crescita e sviluppo.

Formazione_digital transformation_Esseti

L’adeguametno delle competenze è un elemento essenziale soprattutto per le PMI sempre più orientate a gestire il cambiamento tecnologico.

Esseti ha costruito nel tempo, grazie alle esperienze dei fondatori, una solida esperienza nel settore della formazione sia partecipando come formatori sia costruendo insieme a importanti Enti formativi, progetti e percorsi di formazione professionale, mirati al settore IT.

Queste esperienze sono state essenziali anche per portare avanti una politica di gestione delle risorse umane, che in Esseti ha portato ad un incremento del 50% dei dipendenti nell’arco degli ultimi tre anni. Grazie ad iniziative formative realizzate e all’attivazione dei percorsi di stage in azienda, l’offerta dei servizi e la multidisciplinarietà delle competenze di cui oggi dispone, ha garantito la copertura di servizi sempre più ampi e diversificati.

Un valore aggiunto che oggi ci permette di affrontare con maggiore solidità la gestione della digital transformation a supporto dei nostri clienti.

Stefano Susini e Denise Baggiani, rispettivamente Amministratore e Socia della Esseti Servizi Telematici srl, ne hanno parlato nell’intervista di Storytime Official

Copia di Formazione GDPR ESSETI - 4

Quali sono le sue principali mansioni in Esseti?

Stefano Susini

Attualmente rivesto sempre la carica di Amministratore unico per cui molto tempo mi è sottratto dalle attività connesse al mantenimento di una struttura che oggi conta quasi una ventina di addetti, fra dipendenti e collaboratori.

Continuo però l’attività di consulente, possiamo dire di IT Manager in outsourcing, per importanti aziende nostre clienti e coordino le attività della Business Unit che si occupa di sviluppo e system integration, supportando le aziende nella creazione di dialogo e interscambio fra i propri sistemi gestionali, anche in ottica 4.0.

Molta parte del mio tempo è poi dedicata alle iniziative di formazione professionale sui temi della transizione digitale.

Denise Baggiani

In Esseti mi occupo di aspetti legati alla gestione della Società, con particolare riferimento Risorse Umane al Marketing e comunicazione e al coordinamento delle risorse di Staff, ma spesso mi trovo anche a svolgere il ruolo di Project Manager per alcuni progetti dell’area Web, della Formazione e dei progetti di innovazione e digital transformation realizzati per  nostre aziende clienti grazie all’acquisizione di finanziamenti pubblici.

Esseti quindi è una realtà che ha costruito nel tempo, grazie alle esperienze dei fondatori, una solida esperienza nel settore della formazione. Perché oggi è importante occuparsene, soprattutto con alle competenze in ambito IT?

Denise Baggiani: ll problema principale delle nostre imprese è che non trovano personale preparato per gestire l’innovazione – ormai necessaria – che è percepita come leva fondamentale per crescere, essere competitivi e offrire prodotti di “qualità”. È facile pensare che la tecnologia renda tutto più semplice, veloce, fattibile. Ma bisogna avere una marcia in più. Sicuramente le nostre imprese si sono sempre distinte in tutto il mondo per qualità, ingegno e creatività.  – Made In Italy è un marchio che dovrebbe dire qualcosa appunto – e per questo oggi più che mai dobbiamo saperlo sfruttare anche grazie alle nuove tecnologie . E lo si può fare solo se le persone sono preparate a gestire questa nuova era. Preparate non solo quelle addette ai lavori, ma tutti in generale sono chiamati a saper “dialogare” con questi strumenti. Ancora oggi tra i corsi più richiesti in azienda però ci sono i corsi di Excel. Questo non può però limitare la necessità di formare in maniera continuativa anche i profili più specializzati, perchè si sà, nel mondo della tecnologica non c’è ma un punto dia rrivo, ma sempre una partenza verso nuovi scenari. Oggi sappiamo bene che c’è un altro aspetto che ci coinvolge tutti, ovvero la sicurezza, la gestione dei dati, le minacce di attacco che possono mettere in ginocchio un’attività, etc…. quindi senza dubbio c’è bisogno di una maggiore “cultura” e “sensibilità” verso questi temi. Grazie quindi ad una formazione anche sul campo, non necessariamente tradizionale, cerchiamo sempre di alimentare un attenzione all’aggiornamento e adeguamento verso l’utilizzo degli strumenti digitali e cerchiamo di farlo in pratica quotidianamente durante lo svolgimento di tutte le altre attività svolte presso le nostre aziende Clienti.

I nostri prodotti e servizi si stanno sempre più concentrando verso l’area cyber security, ma vediamo spesso, nonostante ormai si sia compreso quanto sia importante il lato sicurezza nella vita di un’azienda, che sussistono ancora difficoltà sia per quanto riguarda l’impiego di figure professionalmente specializzate in questo ambito che lacune su una maggiore consapevolezza opertiva da parte di tutti gli operatori coinvolti.

La crescita di Esseti, che negli ultimi 5 anni è passata da 2 a 9 dipendenti a tempo indeterminato, è avvenuta anche grazie ai giovani e alle opportunità di inserimento “formativo” di cui abbiamo potuto usufruire. Lo stage è una cosa seria. Almeno per noi e nel nostro settore.

Fare bene un lavoro significa imparare dalla realtà lavorativa che è fatta molto di relazioni, capacità di lavorare in autonomia ed essere propositivi, sapersi confrontare con più livelli di professionalità, capire come funziona l’azienda dove lavoriamo, capire perché e come mai ci sono altri processi aziendali importanti che fanno sì che anche il tuo lavoro “tecnico” sia fatto al meglio. Quindi anche gli stage se fatti come si deve danno veramente molto ad entrambe le parti in gioco.

Parlando della nostra esperienza in termini di assunzioni  negli ultimi 4/5 anni posso indicare che per noi Stage è sinonimo di assunzioni. Complessivamente quasi il 50% dei nostri dipendenti attuali arriva da questi percorsi. La formazione sul campo resta essenziale per acquisire la professionalità e la visione del contesto lavorativo.

Siamo noi i primi interessati affinché il nostro “investimento” – perché di questo si tratta per entrambi – non vada disperso. Sappiamo bene che oggi non sono più le aziende ad avere il coltello dalla parte del manico. Sono le persone che grazie alla professionalità che si sanno costruire, possono scegliere dove andare a lavorare. Questo è quello che succede nel nostro settore. Forse in altri meno, ma per noi sicuramente è così. Molte aziende pur avendo necessità di intercettare queste professioni non hanno la possibilità di investire in assunzioni di questo livello e spesso quindi devono comunque avere un supporto esterno di aziende, come la nostra, che ha potuto costruire professionalità che oggi sono appetibili

Queste esigenze effettive delle imprese, ci spiegano quindi anche perché è importante affidarsi ad un vero professionista del settore ?

Stefano Susini: Esattamente. Oggi, infatti, resta la difficoltà di acquisire risorse interne qualificate, anche perché molte imprese non prevedono ancora di inserirle in un modello organizzativo adeguato, non hanno compreso fino in fondo il ruolo strategico che hanno assunto e presto assumeranno sempre più. Di contro il mercato sta proponendo un’offerta di addetti informatici assai variegato, con punte di eccellenza ma anche, diciamo così, di professionisti improvvisati o di informatici per diletto, di ragazzi nativi digitali che hanno conosciuto il mondo del digitale nelle loro attività di svago ma hanno bisogno di un aiuto per convertire le loro conoscenze e competenze in qualcosa di realmente utile per il mondo del lavoro.

Ecco perché le imprese, ovviamente in particolare le PMI, devono poter assolutamente contare sull’apporto di Società esterne che abbiano la capacità di trasformare le loro problematiche in reali opportunità di crescita con l’aiuto del digitale. Le aziende si devono spesso rimettere in discussione, trasformare profondamente ed è comprensibile la difficoltà di molti imprenditori ad avere la giusta visione. Spesso incontriamo persone che risultano disorientiate, se non addirittura spaventate, perché vedono messo in discussione il modello di business che hanno seguito per decenni. Ricordiamoci che molte delle piccole aziende sono ancora oggi a conduzione familiare o vedono l’imprenditore direttamente al centro delle loro attività produttive.

Quali sono le figure quindi che oggi, nel vostro settore, vedete come quelle più necessarie e quindi più richieste?

Stefano Susini: Ovviamente il mercato del lavoro mette tra le principali esigenze dalle aziende tantissime figure del settore IT, ma le PMI hanno ancora difficoltà a cogliere le sfumature. Siamo ancora, per fare un parallelo con l’evoluzione del mondo sanitario, alla figura del medico generico e non siamo ancora arrivati all’epoca in cui si riesca a cogliere del tutto il vantaggio nel rivolgersi allo specialista.

Comunque, in questo momento si nota una particolare criticità nel contesto cybersecurity e quindi possiamo facilmente prevedere che gli esperti del settore saranno presto troppo pochi per rispondere al bisogno di tutti. Restano sempre molto richieste le figure che si occupano di sviluppare nuove soluzioni, con la tendenza ad una sempre maggiore specializzazione nei nuovi linguaggi di programmazione, ma che allo stesso tempo sappiano seguire un progetto in modalità Agile nel suo complesso, occupandosi anche delle fasi legati all’analisi e al rilascio della soluzione: nel nostro settore si parla di DevOps, coniugando la figura Developer con quella Operation, di fatto cumulando le loro attività.

Aspetto molto significativo nel nostro lavoro è quello della System Integration ossia il dialogo fra sistemi diversi, gestionali e dipartimentali magari introdotti in azienda in tempi diversi e sviluppati con tecnologie diverse per cui si gestiscono Team composti da figure come l’analista funzionale, il data analyst, il sistemista, il security manager, chiamati a collaborare su un unico progetto. Ecco perché si necessita di figure preparate e dotate delle cosiddette soft skills, ossia capacità relazionali, etica del lavoro, leadership, pensiero critico fra le altre.

La gestione dei dati è sempre al centro della nostra attività e oggi ci troviamo a maneggiare quantità di dati impensabili fino a pochi anni fa. Saper maneggiare grandi quantità di dati in tempi brevi per estrarre informazioni porta le aziende ad un vantaggio competitivo importante. Pensiamo alla Business Intelligence, la Manutenzione Predittiva, l’Intelligenza artificiale, solo per citare alcune applicazioni importanti

Per noi, ad esempio, che abbiamo sempre affrontato le tematiche dell’IT in ottica diversificata, si sono aperte anche nuove strade. Abbiamo infatti una area specifica per la cosiddetta Legal IT, nella quale stiamo introducendo figure che si occupano delle problematiche legate al trattamento dei dati personali normato dal GDPR, al rispetto delle normative che le imprese devono seguire nelle loro attività di progettazione e di erogazione dei servizi in ambito IT. Spesso sono necessarie figure che provengono dal mondo economico-giuridico ma con una buona conoscenza anche degli strumenti lato IT, o viceversa esperti di processi e tecnologie che comprendano l’importanza delle norme e siano in grado di interpretarle e seguirle. Spesso si formano dei team di risorse che si contaminano facilmente e che possono arrivare a gestire al meglio questi aspetti all’interno di una impresa e all’interno delle PA.

Gli stili di vita e le aspettative lavorative oggi sono molto cambiate. Il settore IT sembra essere favorito dunque sotto questo aspetto.

Denise Baggiani: Indubbiamente, il fatto che noi offriamo questa modalità di lavoro è sicuramente un punto a nostro favore per le scelte di molti candidati.

Per il nostro settore, dove la richiesta di figure professionali specializzate è molto alta è ormai un dato di fatto che sono i candidati a “dare le carte” nell’incontro domanda offerta. Ed indubbiamente la possibilità di utilizzare questa forma di lavoro è molto apprezzata.

Anche prima della pandemia, per noi lavorare a “distanza” era una modalità normale per cui per noi è stato facile cavalcare questa onda di cambiamento.

Come sempre bisogna trovare le giuste misure. Troppa distanza non è positiva e  va sempre contestualizzata.

Per noi il cambiamento delle modalità di lavoro ha forse favorito l’acquisizione di ulteriori risorse, che possono tranquillamente svolgere il proprio lavoro dalla propria abitazione.  Ma anche la flessibilità di orario può diventare una risorsa per entrambe le parti. Pro e contro ci sono sempre ma vanno saputi affrontare e gestire per valorizzare il lato positivo. Proprio come nella tecnologia stessa.

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Progetto DIGISKILLS – Corso di Formazione per E-commerce Specialist

1 Set , 2022,
esseti

corso realizzato nell’ambito del PROGETTO DIGISKILLS

COD.298630

finanziato con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 nell’ambito di Giovanisì, CON DECRETO N. 11121 del 30/05/2022.

ESSETI SERVIZI TELEMATICI S.R.L. Partner del progetto “DIGI SKILLS – COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE”

Percorsi di certificazione delle competenze sulle Digital Job

E’ grazie al finanziamento concesso con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 e alla partnership che abbiamo realizzato con con L’AGENZIA FORMATIVA ASSOSERVIZI, il POLO TECNOLOGICO – “MANETTI PORCIATTI” e UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA che possiamo realizzare percorsi gratuiti di formazione per offrire alle nostre imprese le risorse giuste per vincere la sfida che stanno attuando sul fronte dell’innovazione.

Tra le competenze più richieste abbiamo l’E-COMMERCE SPECIALIST, che grazie anche all’impulso della digitalizzazione avviata durante la pandemia, sta diventando una figura estremamente importante soprattuto per le imrpese commerciali.

Grazie a queste figure, le imprese saranno in grado di definire e implementare il piano di e-marketing e gli strumenti e le strategie commerciali per la vendita online di prodotti o servizi.

Il percorso di formazione gratuito di E-COMMERCE SPECIALIST, è finalizzato alla certificazione delle competenze in

  • DEFINIZIONE DEL PIANO DI MARKETING
  • ORGANIZZAZIONE DELLE VENDITE
  • SVILUPPO DELL’APPLICAZIONE DI E-BUSINES

riconosciute dalla Regione Toscana,  nell’ambito del Repertorio delle Figure Professionali

E’ realizzato nell’ambito del Progetto Formativo DIGI-SKILLS COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE COD. 298630 approvato con D.D. 11121 del 30/05/2022

Il corso si svolgerà in modalità videoconferenza

Se sei un’azienda interessata a questa figura?

Richiedi subito informazioni sulle modalità di Stage

 
ragione sociale
Riferimento/contatto
Dichiaro di aver letto e compreso l’informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del GDPR. Acconsento all’uso dei dati ai fini promozionali e di marketing.

Progetto DIGISKILLS – Corso di Formazione per Data Analyst

26 Ago , 2022,
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corso realizzato nell’ambito del PROGETTO DIGISKILLS

COD.298630

finanziato con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 nell’ambito di Giovanisì, CON DECRETO N. 11121 del 30/05/2022.

ESSETI SERVIZI TELEMATICI S.R.L. Partner del progetto “DIGI SKILLS – COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE”

Percorsi di certificazione delle competenze sulle Digital Job

E’ grazie al finanziamento concesso con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 e alla partnership che abbiamo realizzato con con L’AGENZIA FORMATIVA ASSOSERVIZI, il POLO TECNOLOGICO – “MANETTI PORCIATTI” e UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA che possiamo realizzare percorsi gratuiti di formazione per offrire alle nostre imprese le risorse giuste per vincere la sfida che stanno attuando sul fronte dell’innovazione.

Tra le competenze più significative e strategiche che abbiamo individuato, grazie alle nostre esperienze sul campo, quelle del DATA ANALYST sono senza dubbio le più apprezzate.

Mediante l’analisi e l’interpretazione dei dati gestionali a disposizione dell’azienda, potrà fornire al management quelle informazioni utili a supportare le decisioni di business.

Il percorso di formazione gratuito di DATA ANALYST, è finalizzato alla certificazione delle competenze riconosciute dalla Regione Toscana nell’ambito del Repertorio delle Figure Professionali, per

  • IMPLEMENTAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DI BASI DI DATI
  • GESTIONE DEL DATA BASE ED ASSISTENZA AGLI UTENTI

realizzato nell’ambito del Progetto Formativo DIGI-SKILLS COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE COD. 298630 approvato con D.D. 11121 del 30/05/2022

Il corso si svolgera in modalità videoconferenza

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Industria 4.0. Dove siamo e dove andremo?

17 Ott , 2018,
esseti
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Non solo investimenti per la digitalizzazione ma soprattutto competenze e sinergie. Questi i focus emersi all’evento Industry 4.0 organizzato da Digital 360 Group.

Si è svolto ieri a Roma, l’evento organizzato da Digital 360 Group e Agenda Digitale sul tema Industry 4.0, programma ormai noto al mondo economico e industriale mirato a sostenere lo sviluppo della nuova rivoluzione industriale dell’era digitale.

Nonostante i due anni trascorsi siano ancora pochi per valutare effetti e risultati di questo impatto, sono senz’altro tempi strettissimi quelli che invece impegnano le imprese ad analizzare il continuo evolversi delle tecnologie e delle sue applicazioni.

L’evento ha messo a confronto il mondo imprenditoriale, accademico e della ricerca e quello istituzionale, per individuare strategie e strumenti utili a cogliere tutte le opportunità di cui il nostro sistema produttivo ha ancora bisogno e soprattutto per gestire in maniera efficace l’economia 4.0.

Due i tavoli di confronto: il primo ha puntato l’attenzione sullo stato dell’arte in Italia, su come le imprese si stanno muovendo in funzione delle  esigenze emerse e a cui si richiede una risposta. Il Secondo, che ha coinvolto maggiormente le parti istituzionali, era orientato ad indicare le priorità politiche e gli obiettivi  dei prossimi interventi a sostegno della trasformazione nel nuovo modello industriale.

Il punto non è infatti quello di poter accedere alle nuove tecnologie – e su questo l’attuale Governo mantiene la rotta segnata dal Governo precedente, nel confermare sostanzialmente gli incentivi  agli investimenti – ma piuttosto quello di saper gestire il cambiamento organizzativo dettato dalla modifica dei processi produttivi e non solo.

Per questo uno dei temi caldi affrontati è stato proprio quello delle competenze.

Dopo l'investimento in macchinari e tecnologia, la strategia è e deve essere sul tema della formazione, è fondamentale l'integrazione tra "vecchio" know how e nuovo know how per continuare produrre ma in maniera ottimizzata
Alberto dal Poz
Presidente, Federmeccanica
Dobbiamo lavorare sul capitale umano (risorse e competenze), con gli incentivi è stato iniziato un percorso ma è e deve essere un lavoro continuativo. Supporto importante da parte della filiera
Carlo Robiglio
Presidente Piccola Industria e Vice Presidente Confindustria

Mai come oggi la visione di un necessario cambiamento “culturale” nella visione di impresa,  risulta essenziale e condiviso da tutti gli analisti e stakeholder.

Limitare il focus al termine “industria” risulta già troppo riduttivo.

Per questo si preferisce utilizzare il termine “impresa” 4.0, a significare che non si può pensare che l’innovazione produttiva sia la sola e definitiva soluzione per un miglioramento organizzativo a garanzia allo sviluppo del sistema economico.

La rivoluzione non è industriale ma di impresa nel suo complesso. Deve investire l’intera organizzazione e quindi tutte le risorse umane.

Il problema delle competenze non riguarda solo la carenza di figure idonee a gestire l’impiego di strumenti e macchinari evoluti, quanto piuttosto la necessità di coinvolgere figure professionali impiegate in tutti i livelli dell’organizzazione, soprattutto a partire dal managment.

Marco Perona – Professore Ordinario – Università di Brescia e Socio Fondatore, IQ Consulting, ha evidenziato le differenze di coinvolgimento delle risorse Umane all’interno del processo 4.0 (dati del periodo 2016-2017)

Sono proprio le Funzioni Manageriali  – Amministrazione, Risorse Umane in primis – ha risultare  quasi completamente estranee a questo coinvolgimento.

Questo dato appare senza dubbio allarmante perché indica una forte carenza di “visone” complessiva e sistemica dell’imprenditoria italiana ad accogliere, se non a prevedere, la vera innovazione che consente il necessario salto di qualità.

In questo contesto di analisi si è discusso anche del ruolo delle figure tecniche, punto dolente del nostro sistema di istruzione e formazione, che restano ancora incagliate in un sistema inadempiente e incoerente con le dinamiche effettive del mercato.

L’istituzione degli ITS , mirati proprio a generare un’offerta adeguata a questa domanda, resta ancora arginata ad un sistema non efficace, sul quale comunque il Governo di chiara di volere lavorare per migliorare  e potenziare questo canale.

Come è emerso soprattutto nel dibattito che ha coinvolto in particolare il mondo imprenditoriale, ma anche quello accademico,  questo è però solo uno degli ostacoli da superare. Serve un cambio di passo per la crescita di competenze che vanno oltre le abilità tecniche.

Serve una revisione degli obiettivi di investimento delle imprese che non possono prescindere dal riservare importanti fette di budget all’area organizzativa e manageriale includendo anche investimenti materiali mirati a gestire la digitalizzazione complessiva dell’organizzazione non solo in termini produttivi, ma in termini di processi di controllo, monitoraggio e data analysis.

Da qui è emerso un’ulteriore tema significativo, ovvero quello della Cybersecurity e della gestione complessiva della sicurezza dei dati aziendali come ha evidenziato soprattutto Andrea Muzzi – Sales Engineer, F-Secure Corporation Italia

Il pensiero deve essere quello di definire strategie di gestione della sicurezza e non quello di intervenire in caso di.

Le ragioni dei molti problemi rilevati sono ovviamente riconducibili alle caratteristiche tipiche del nostro sistema industriale .

Prima fra tutte le dimensioni delle nostre imprese, per il 90% collate nella Media e Piccola dimensione.

E uno degli obiettivi preposti è quello appunto di far crescere le dimensioni delle imprese. Sia come opportunità di business che come sviluppo organizzativo.

Il ruolo delle numerose Start up e la possibilità di creare sistema con le imprese più dimensionate è un obiettivo molto sentito  dai vari relatori, visto addirittura come unica strada direttrice per lo sviluppo.

In questo si vede anche la necessità di rafforzare gli strumenti di sostegno al sistema della filiere produttive, alle caratterizzazioni produttive del nostro paese che sono eccellenze uniche al mondo – manifattura e meccanica in primis –  e che sono il vero volano dell’intera economia.

Bisogna orientarsi verso un prodotto nato già su piattaforma e legato al dato, ma soprattutto dobbiamo fare un cambio di passo e crescere, passando da imprese piccole a medie e grandi. Questo è il momento in cui gli obiettivi del Piano devono essere arricchiti, va aperto in primis a più imprese innovative coinvolgendole direttamente
Giovanni iragliotta
Co-direttore dell'Osservatorio Industria 4.0, Politecnico di Milano

La digitalizzazione e le nuove applicazioni tecnologiche hanno in se la possibilità di “integrare” i sistemi, e possono quindi stimolare e sostenere una vera politica di sviluppo delle filiere, generando quindi input di crescita per le aziende che sono in grado di essere coinvolte nel sistema , ancorchè piccole ma dotate di capacità innovativa e competenze orientate all’innovazione.

Tanti nodi quindi ancora da sciogliere e su cui lavorare.

Presentiall’evento a rappresentare il Governo, Marco Bellezza – Consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Stefano Firpo – Dirigente Generale, Ministero Sviluppo economico. 

Entrambi hanno confermato il ruolo di sostegno a questo modello industria 4.0 indicando le priorità a cui intendono puntare, come la diffusione di tecnologie AI e Blockchain, sostenere il sistema PMI e intervenire nel canale dell’istruzione tecnica superiore per adeguarlo e migliorarlo in risposta alle effettive esigenze professionali.

C'è anche la formazione, importantissima, dove bisogna trovare una forma di coerenza tra le diverse lauree professionalizzanti. Bisogna lavorare bene sulla filiera, le tecnologie abilitanti tipo Blockchain, IoT
Stefano Firpo
Dirigente Generale, Ministero Sviluppo economico
C'è massima attenzione da parte del Governo verso i temi dell'innovazione, ma la loro giusta veicolazione è compito anche del servizio pubblico.
Marco Bellezza
Consigliere Giuridico del Vice Presidente del Consiglio

Contributi alle PMI dalle Camere di Commercio per gli investimenti in I4.0

11 Ott , 2018,
esseti
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C'è tempo fino al 30 novembre per presentare le richieste di contributo per spese in consulenza e formazione

spese voucher digitali

Nell’ambito delle iniziative promosse dal Ministero dello Sviluppo Economico relative a “Piano Nazionale Industria 4.0 – Investimenti, produttività ed innovazione” le Camere di Commercio hanno attivato una specifica iniziativa approvata sempre dal MISE denominata Progetto “Punto Impresa Digitale” (PID), diretta a promuovere la diffusione della cultura e della pratica digitale nelle micro, piccole e medie imprese di tutti i settori economici.

Si tratta di Bandi specifici  rivolti alle PMI iscritte alle Camere di Commercio nel proprio ambito territoriale, con i quali è possibile richiedere un contributo per avviare attività di formazione e/o consulenze professionali necessarie per adeguare i processi organizzativi e produttivi aziendali, alle tematiche della digitalizzazione.

I Bandi rientrano nel quadro dei Contributi digitali I4.0 – Misura B – Anno 2018 attivati dalle sedi territoriali delle Camere di Commercio.

Scarica il Disciplinare della CCIAA di Siena

Scarica il Disciplinare della CCIAA di Prato

I Termini per presentare le richieste scadono il prossimo 30 Novembre

Requisiti

PMI aventi sede legale e/o unità locali nella propria  circoscrizione territoriale della Camera di Commercio, e in regola con il pagamento del diritto annuale

Le risorse complessivamente stanziate sono definite dalle singole Camere di Commercio.

Il valore massimo di contributo che può essere richiesto  è comunque di € 7.000,00 e dovrà coprire il 70% dell’importo complessivo delle spese ammesse ed effettivamente sostenute oltre la premialità di cui all’art. 13 del disciplinare (definito dalle singole CCIAA), relativo al rating di legalità. Per essere ammessi al contributo i progetti devono superare un importo minimo di € 3.000,00

Servizi di consulenza relativi ad una o più tecnologie tra quelle previste all’art. 2 del Disciplinare erogati dai fornitori descritti nella “Scheda” e le spese per formazione esclusivamente se essa riguarda una o più tecnologie tra quelle previste dall’art. 2, comma 4, Elenco 1, della parte generale del Disciplinare

Le domande possono essere presentate dal 23/07/2018 al 30/11/2018 secondo quanto specificato dai singoli Bandi e dalle procedure indicate dalle Sedi territoriali a cui l’impresa deve fare riferimento.

Si tratta comunque di inviare la documentazione secondo procedure digitalizzate (posta certificata), con sottoscrizione digitale o autografa, accompagnata dal documento d’identità del legale rappresentante dell’impresa richiedente

Contributi PMI I4.0 consulenza e formazione

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Possiamo assisterti anche nella redazione del Progetto e nella presentazione della domanda alla Camera di Commercio del tuo ambito territoriale.

Competenze digitali e professioni nell’era dell’industria 4.0. Sicurezza e Big Data

10 Ago , 2018,
esseti
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Siamo davvero preparati ad affrontare i diversi cambiamenti richiesti dal mercato del lavoro? ma soprattutto siamo consapevoli che questi cambiamenti non riguardano solo chi deve iniziare la propria carriera lavorativa?

Fonti: Assinform; Hays; Bitmat; il sole24Ore;

La digitalizzazione e le trasformazioni del modello industria 4.0 stanno infatti cambiando il modo in cui tutti noi lavoriamo come mai era successo prima d’ora.

Per questo dobbiamo dare peso e valore all’ inquadramento delle competenze in tutti i contesti lavorativi, e durante tutto l’arco della vita lavorativa.

Soprattutto in un mondo del lavoro che richiede sempre più flessibilità non solo nell’accesso ma anche nella costruzione della propria crescita professionale.

Tutti i lavoratori, sempre di più, saranno misurati su skill rispondenti alla capacità di gestire la trasformazione digitale.

Il problema principale però è che questo orientamento è ancora troppo poco diffuso nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nei cittadini. Ogni aspetto della nostra vita è caratterizzato dall’interazione digitale, illudendoci di poterne gestire il controllo e la capacità di gestione.

Le aziende devono dimostrare di saper programmare le proprie necessità di collaboratori per il futuro, poiché i loro migliori competitors lo stanno già facendo. Dal canto loro i professionisti devono fare tutto quello che è in loro potere per rimanere nel mercato del lavoro per molti anni a venire.

I cambiamenti legati alle nuove normative in diversi mercati e il continuo focus sulla trasformazione digitale, stanno portando alla luce aspretti significativi sul fronte delle competenze ma anche delle nuove figure professionali.

Ci sarà soprattutto aumento di richieste per leader che possono testare i nuovi sistemi tecnologici, al fine di assicurane affidabilità, provvedere soluzioni in caso di attacco informatico e tenerli sempre aggiornati, facendoli rimanere in linea con le nuove tendenze del mercato.

Profili come  Chief Cyber Security Officers (CCSOs) per supervisionare l’organizzazione relativamente alla cyber security e il team di ingegneri che la implementeranno, sono un esempio significativo di questa nuova tendenza.

La gestione della Sicurezza e della Privacy

Sulla spinta del General Data Protection Regulation (GDPR) attualmente recepito in Italia e in Europa, le aziende ricercano molti esperti in governance dei dati.

E’ stato stimato che questo regolamento creerà all’incirca opportunità di lavoro per 75.000 profili di Data Protection Officer nel mondo. Il GDPR impone limiti sui dati da processare e sulla profilazione degli utenti/consumatori, aumentando la responsabilità delle aziende nel conservare e gestire i dati personali.

E’ un momento vitale di legislazione e ogni leader di impresa dovrebbe capirne l’impatto, perché sarà profondo.

Purtroppo molte imprese devono ancora comprenderne la rilevanza e la portata del fenomeno e i Dirigenti dovranno dimostrarsi all’altezza di affrontare la situazione. Per questo stanno emergendo nuovi profili dirigenziali in grado di gestire una sempre più complessa composizione di dati e comportamenti degli utenti, abbattere le barriere con le aziende, migliorare l’esperienza del consumatore e innovare le aree a più alta domanda.

Gestire e analizzare i dati

I Big Data alimentano quindi la creazione di prodotti e sistemi sempre più avanzati e le c.d. AI (Artificial Intelligence)  e questo processo diventa il nuovo vero cuore delle aziende.

In questo contesto emergono quindi le richieste verso profili che siano in grado di sviluppare questi sistemi per garantire alle aziende la costruzione di un asset vitale, quello della raccolta e gestione delle informazioni, ormai riconosciuto come patrimonio da valorizzare nel modo più proficuo possibile.

I Big Data stanno guidando la richiesta di personale per molti settori di mercato e per specifici ruoli.

Risultano essere infatti i più ricercati dalle aziende per gestire per vendite e marketing

Secondo le previsioni di Kelly Services, in ambito sales & marketing assisteremo nel corso del 2018 a una forte domanda di professionisti con queste competenze e di alcuni specifici ruoli in particolare. Il Digital Crm Manager, per esempio, è un profilo che ha acquistato importanza con la proliferazione dei dati social in azienda, sotto forma di like, retweet, commenti, cookie di navigazione. Interazione con la tecnologia. accessibili ad una nuova parte della popolazione e offrono al contempo un diverso modo di rapportarsi con gli utenti già esistenti.

Nelle direzioni commerciali emergono anche Profiling Manager che hanno il compito di organizzare al meglio i dati raccolti in area Crm e profilare nuovi segmenti di clientela con cui instaurare la migliore relazione, sia online che offline.

In stretto legame con queste figure, molto richiesti risultano quindi i  Digital Strategist che in qualità di esperti conoscitori di Internet, delle infrastrutture digitali dei nuovi media e dei social network, hanno il compito di realizzare le strategie di fidelizzazione e acquisizione.

L’importanza degli skill digitali è tuttavia evidente per tutti i settori lavorativi e produttivi.

Con riferimento a quanto emerge dall’Osservatorio delle Competenze Digitali 2018, condotto da Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, in collaborazione con MIUR e AGID, il peso delle competenze digitali cresce in tutti i settori produttivi con un’incidenza media del 13,8%, ma con punte che sfiorano il 63% nelle aree “core” di Industria e il 41% nei Servizi.

La prima sfida però da compiere è quella della revisione delle priorità strategiche.

Come abbiamo evidenziato in apertura infatti la transizione ad un approccio “digitale” è ancora a un livello troppo basso nella scala di queste priorità  priorità  e bisognerà lavorare ancora per aumentare tale consapevolezza.

Al via i voucher per la digitalizzazione delle PMI

8 Nov , 2017,
esseti
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Dal MISE arrivano 100 Milioni di Euro per accompagnare le imprese nei processi di digitalizzazione e di ammodernamento tecnologico

Fonte: MISE – Ministero dello Sviluppo Economico

agevolazioni digitalizzazione impreseIl Piano industria 4.0 continua ad essere alimentato attraverso nuove opportunità di investiento.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha finalmente dato attuazione con decreto direttoriale lo scorso 27 ottobre, alla DM 23 settembre 2014.

Sono state definite le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni che dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica.

Le domande potranno essere presentate dalle imprese a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018.

Già dal 15 gennaio 2018 sarà possibile accedere alla procedura informatica e compilare la domanda.

Le risorse sono ripartite per Regione attraverso l’utilizzo di Fondi quali il Fondo sviluppo e coesione e il PON Imprese e Competitività 2014-2020

I Voucher quindi saranno assegnati dopo la valutazione delle domande presentate e ovviamente in numero limitato ai fondi disponibili.

E’ quindi  importante essere preparati ad individuare i necessari investimenti e avviare fin da ora la fase di progettazione tecnica necessaria a descrivere il processo di  innovazione di cui l’azienda ha bisogno.

Si tratta di un’occasione importante che consente alle piccole imprese di rinnovare, mettere in sicurezza, rendere competitiva la propria attività, dimezzando il costo effettivo.

Per supportare le imprese nella realizzazione del processo di progettazione, compilazione e presentazione della domanda,  offriamo un servizio di consulenza completo che vi accompagna nel controllo degli adempimenti necessari e nella scelta degli investimenti più idonei.


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Innovazione e competenze digitali nella legge di Bilancio 2018. Continuano le opportunità di investimento per le imprese italiane.

18 Ott , 2017,
esseti
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Investimenti infrastrutturali e investimenti in formazione. Questi i binari su cui devono transitare nel 2018 le imprese italiane.

Fonti: Il sole 24 Ore, PMI.IT, La Repubblica.it

Investimenti IT agevolazioni per le Imprese

Tra gli elementi cardine della legge di Bilancio 2018 emerge ancora il tema dell’innovazione come fattore determinante dello sviluppo delle imprese.

Investire in innovazione è quindi la linea consolidata del Governo, per rafforzare e incentivare i piani di investimento delle imprese italiane.

La strada è tuttavia ancora molto lunga e soprattutto non priva di inconvenienti.

Basti pensare alle problematiche legate alla connettività che in molte aree del Paese risulta ancora sofferente, nonché alle problematiche della gestione della rete.

Ma al di là di questi aspetti, restano comunque necessari gli investimenti infrastrutturali, che le imprese, soprattutto quelle del comparto produttivo, non possono ignorare se vogliono acquisire competitività e quindi crescita su un mercato che ormai non può essere considerato diversificato.

La diffusione delle tecnologie in ogni ambito, impone un modello di gestione e di produzione ormai comune a tutte le imprese, basato sull’investimento in innovazione.

L’ opportunità di sfruttare ancora gli incentivi 4.0 come il superammortamento dei beni strumentali al 130%, riproposto nella Legge di Bilancio 2018,  è quindi fondamentale per lo sviluppo delle Imprese italiane, ed in particolare per le PMI.  Per tutto il 2018 c’è  quindi ancora margine per adeguare i propri sistemi e le proprie infrastrutture tecnologiche.

Resta invece al 250% l’iperammortamento, che riguarda gli investimenti in macchinari digitali e probabilmente al 140% per i software.

L’attenzione all’innovazione comporta quindi anche la necessità di gestire al meglio nuove tecnologie e strumenti digitali nei processi lavorativi . Per questo le Imprese non sono chiamate solo ad investire in infrastrutture a anche e soprattutto in formazione e sviluppo di competenze orientate all’innovazione digitale.

Nella legge di Bilancio è previsto infatti anche uno strumento nella forma di credito d’imposta per la formazione in abito di innovazione.

Questo ulteriore strumento invita quindi le imprese a preparare piani formativi specifici per il proprio personale e  gestire così gli investimenti tecnologici con le adeguate  competenze interne .

 


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Accompagnare le imprese nella trasformazione digitale

2 Mag , 2017,
esseti
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Rivoluzione o trasformazione? Come accompagnare le imprese nel processo di change management legato alla tecnologia e alla digitalizzazione?

Il Ministero dello Sviluppo Economico pubblica la Guida dedicata agli strumenti attuativi del Piano nazionale Industria 4.0 e il ministro Calenda, attraverso una lettera diretta alle imprese, ha invitato a cogliere le opportunità offerte dal piano.

In questo scenario storico l’accresciuta capacità di interconnessione sta infatti radicalmente trasformando anche i modelli di business del sistema imprenditoriale e in particolare del sistema industriale con effetti sull’intera intera catena del valore di produzione.

Ma come si stanno preparando le imprese ad affrontare questa svolta? E si stanno davvero preparando?

Le occasioni e gli strumenti sono pronti e assumono diverse caratteristiche e tipologie, proprio per adattarsi a qualsiasi tipo di contesto, dalle grandi imprese alle piccole realtà imprenditoriali.

Innanzitutto è necessario affrontare il percorso avendo prima riconosciuto la necessità di cambiare “pensiero” e soprattutto visione

Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi.”

Per questo il punto cruciale è il cambiamento di mentalità e di atteggiamento  delle pmi.

Industria 4.0 è una questione culturale più che tecnologica. Non basta avere attenzione al prodotto, bisogna essere eccellenti un tutte le funzioni aziendali».

Per scegliere la stada della Digital Transformation nelle imprese serve prima di tutto consocenza e competenza.

Per questo sono essenziali piani di formazione e accompagnamento che possano guidare il management  nell’impostazione dei loro progetti di trasformazione digitale, affiancarle sull’individuazione delle migliori opportunità di finanziamento collegate ad industria 4.0, supportarle definendo la roadmap di adozione più efficace e aiutandole nella scelta dei partner più adeguati per cogliere tutte le opportunità disponibili.

Se sei interessato a valutare con noi una  Road Map della Trasformazione Digitale nella tua azienda ecco le nostre proposte

  1. Infrastrutture di rete e Cyber security
  2. Competitività e Digital marketing
  3. Interoperabilità e IoT
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Conoscere i linguaggi di programmazione per applicazioni Web

27 Apr , 2017,
esseti
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programmazione per applicazioni web

Il trend della programmazione delle applicazioni web. Come imparare a sviluppare applicazioni web e con quali strumenti.

Grazie alla diffusione di nuove tecnologie e di nuovi linguaggi, negli ultimi anni le tecniche di programmazione si sono sviluppate in modo esponenziale dedicandosi ampiamente alle applicazioni web.

Si tratta di un mondo in continua evoluzione nel quale si assiste quotidianamente  all’emergere di nuovi trend di sviluppo web e all’affermarsi di nuove prassi realizzative.

Iniziamo col dire che una applicazione web può essere un semplice sito web, un servizio dedicato ma anche un software per il calcolo, più in genere un qualsiasi programma che elabora i dati principalmente su un sistema remoto (all’interno di internet).

La diffusione esponenziale di questo tipo di software è dovuta essenzialmente dalla sua capacità di essere utilizzato da tutti i dispositivi dotati di un browser, quindi PC, tablet, smartphone ecc…

Lo sviluppo di questo settore andrà ad influenzare moltei prodotti e molte abitudini e le richieste di sviluppatori in questo settore sono in costante crescita.

Si sta assistendo al decollo di alcuni fenomeni basati proprio su queste premesse. App Annie, specialista di mobile business intelligence, nel suo report “Top App Predictions of 2016” ne individua dieci, con tre principali denominatori comuni: fintech, Internet of things e video entertainment.

Ci sono ovviamente diverse  possibilità e diversi ambienti di sviluppo a disposizione per sviluppare applicazioni per qualsiasi dispositivo e ognuna può presentare vantaggi e svantaggi.

programmazione per applicazioni web

La scelta su quali linguaggi di programmazione utilizzare dipende dalle conoscenze di cui si dispone e dal tipo di applicazione che si vuole sviluppare, oltre che dal target di riferimento.

Nel corso degli anni la maggior parte degli sviluppatori web ha costruito il proprio armamentario personalizzato fatto di strumenti, tool, software di programmazione, framework e librerie di ogni sorta.

Con l’avvento delle tecnologie di clouding oggi non è più necessario installare “ambienti di sviluppo integrato”, ma è sufficiente utilizzare il proprio browser per programmare interfacce web con l’unico requisito di essere costantemente collegati alla Rete.

Per aiutarti a sviluppare le tue conoscenze e darti utili indicazioni su come approcciare al mondo degli sviluppatori, Esseti offre un catalogo di corsi specifici sull’utilizzo delle tecnologie  più popolari oggi disponibili, fornendo indirizzi e riferimenti utili per iniziare lo sviluppo delle proprie applicazioni.

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