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Conoscere i linguaggi di programmazione per applicazioni Web

27 Apr , 2017,
esseti
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programmazione per applicazioni web

Il trend della programmazione delle applicazioni web. Come imparare a sviluppare applicazioni web e con quali strumenti.

Grazie alla diffusione di nuove tecnologie e di nuovi linguaggi, negli ultimi anni le tecniche di programmazione si sono sviluppate in modo esponenziale dedicandosi ampiamente alle applicazioni web.

Si tratta di un mondo in continua evoluzione nel quale si assiste quotidianamente  all’emergere di nuovi trend di sviluppo web e all’affermarsi di nuove prassi realizzative.

Iniziamo col dire che una applicazione web può essere un semplice sito web, un servizio dedicato ma anche un software per il calcolo, più in genere un qualsiasi programma che elabora i dati principalmente su un sistema remoto (all’interno di internet).

La diffusione esponenziale di questo tipo di software è dovuta essenzialmente dalla sua capacità di essere utilizzato da tutti i dispositivi dotati di un browser, quindi PC, tablet, smartphone ecc…

Lo sviluppo di questo settore andrà ad influenzare moltei prodotti e molte abitudini e le richieste di sviluppatori in questo settore sono in costante crescita.

Si sta assistendo al decollo di alcuni fenomeni basati proprio su queste premesse. App Annie, specialista di mobile business intelligence, nel suo report “Top App Predictions of 2016” ne individua dieci, con tre principali denominatori comuni: fintech, Internet of things e video entertainment.

Ci sono ovviamente diverse  possibilità e diversi ambienti di sviluppo a disposizione per sviluppare applicazioni per qualsiasi dispositivo e ognuna può presentare vantaggi e svantaggi.

programmazione per applicazioni web

La scelta su quali linguaggi di programmazione utilizzare dipende dalle conoscenze di cui si dispone e dal tipo di applicazione che si vuole sviluppare, oltre che dal target di riferimento.

Nel corso degli anni la maggior parte degli sviluppatori web ha costruito il proprio armamentario personalizzato fatto di strumenti, tool, software di programmazione, framework e librerie di ogni sorta.

Con l’avvento delle tecnologie di clouding oggi non è più necessario installare “ambienti di sviluppo integrato”, ma è sufficiente utilizzare il proprio browser per programmare interfacce web con l’unico requisito di essere costantemente collegati alla Rete.

Per aiutarti a sviluppare le tue conoscenze e darti utili indicazioni su come approcciare al mondo degli sviluppatori, Esseti offre un catalogo di corsi specifici sull’utilizzo delle tecnologie  più popolari oggi disponibili, fornendo indirizzi e riferimenti utili per iniziare lo sviluppo delle proprie applicazioni.

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Tra cyber security e sviluppo dell’offerta. Le nuove sfide del settore turistico e culturale.

3 Apr , 2017,
esseti
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turismo e tecnologie

Tecnologia, Digitalizzazione, Web, IoT , tutti termini di cui sentiamo parlare quotidianamente e che ridefiniscono ormai tutti i modelli di gestione economica e aziendale, oltre che della nostra vista sociale.

Il settore turistico e culturale, hanno da tempo adeguato un nuovo modello di business proprio grazie all’implementazione dei servizi digitali.

Tuttavia molto ancora rischia di restare incompiuto o addirittura rischia di essere perso se l’orientamento ad investire nelle nuove tecnologie fosse solo ad appannanggio di pochi.

Tursimo e cultura sono il  patrimonio principale del nostro Paese e devono quindi porsi con particolare attenzione a valutare le opportunità (ma anche le insidie) che la nuova rivoluzione industriale sta portando nella nostra Società.

Gli aspetti tecnologici e di digitalizzazione hanno già permesso di creare strumenti essenziali per la definizione delle strategie commerciali, come lo sviluppo della comunicazione via web per la valutazione della brand reputetion o lo sviluppo dei sistemi di prenotazione e gestione dei servizi per la distribuzione sul mercato globale.

Se c’è un settore proprio dove le nuove tecnologie, le tante app, i rumor dei Social e i vari Blog con i loro influence o travel specialistr, hanno conquistato una popolarità indiscussa, possiamo dire che è proprio il settore del turismo, dell’intrattenimento, delle esperienza di vita…

Tutto ciò serve sicuramente ad alimentare la comunicazione e favorire l’interesse verso questi servizi, ma dietro a tutto questo devono nascere sempre idee giuste, per lanciare nuove destinazioni, nuovi interessi o semplicemente nuove esperienze in luoghi noti.

Per questo le imprese di questo settore, tanto significativo per il nostro Paese,  devono fare i conti anche con la necessità di continuare sul cammino dell’innovazione e gestire in modo consapevole l’aspetto strategico di sviluppo dell’offerta, utilizzando strumenti e infrastrutture tecnologiche in grado di accrescere l’efficienza dei servizi e favorire l’interazione con il Cliente.

La parola d’ordine è sempre innovare il prodotto/servizio e renderlo unico. Innovare nell’essenza o semplicemente nell’esperienza.

In questo contesto l’apporto che le nuove tecnologie, multi-mediali e non solo, possono portare all’offerta turistica territoriale e nazionale sono innumerevoli .

E’ possibile investire per favorire  una rete di servizi e di promozione che faciliti la fruibilità e la qualità dei servizi, nonché faciliti  l’integrazione tra i diversi prodotti e servizi di un territorio.

E ancora,  puntare a sviluppare sistemi che finalmente possano garantire l’accessibilità a tutti i siti che meritano un riconoscimento sul tutto il panorama mondiale.

Sfide non da poco, soprattutto per alcuni contesti del nostro Paese, dove appunto non manca la materia prima ma manca spesso una impronta innovativa e infrastrutturale.

Per questo,  anche tra le imprese più piccole del settore, deve crescere l’opportunità e la consapevolezza di adeguare le proprie organizzazioni ai mutati scenari di mercato.

Bisogna essere pronti a gestire una mercato più ampio, più consapevole, più attento alla sicurezza e sicuramente più esigente nelle scelte perché più informato grazie al web.

Il tema delle informazioni e della gestione dei dati è infatti l’altro tema cruciale che interessa significativamente questo settore.

Come raccogliere, conservare e utilizzare i dati. Quali minaccie e opportunità si rpesentano.

Non si tratta solo di gestire la sicurezza legata al servizio turistico e alla concentrazione dei flussi di persone in contesti specifici. 

Parlare di Cyber Security in ambito turistico ad esempio, non deve essere un tema rilegato solo ad un ruolo governativo a protezione soprattutto di dati militari e di sicurezza nazionale.

Custodire anche una password per molte piccole imprese del settore sembra essere ancora solo un impedimento alla fruibilità delle operazioni.

Investire in sicurezza e più in generale in un efficace sistema di policy aziendale della sicurezza, significa parlare di investimenti significativi.

Significa analizzare l’organizzazione aziendale e valutare le opportunità di nuove strategie di mercato.

Adottare pratiche e applicazioni di sicurezza adeguate agli scenari attuali, consente non solo di dare un servizio affidabile al Cliente ma anche di gestire, nel rispetto delle normative, le informazioni sensibili dei propri clienti, fonte essenziale per orientare le scelte dei nuovi prodotti e servizi e quindi vero patrimonio aziendale.

Anche lo Stato e le Istituzioni quindi, oltre a porre attenzione agli aspetti di tutela della privacy, hanno tutto l’interesse a sostenere e stimolare le impese verso investimenti di  adeguamento tecnologico orientato alla sicurezza, sia sui siti istituzionali che su quelli privati.

Per questo diventa sempre più importante una maggiore diffusione della “cultura della sicurezza” a tutti i livelli di impresa.

E’ necessario cioè che cresca la consapevolezza, di fronte alle nuove sfide poste dallo sviluppo di tecnologie come Cloud, Big Data, Internet of Things, Mobile e Social, che  proteggere i dati significa non solo rispondere a logiche normative, ma significa anche e soprattutto costruire e salvaguardare un riferimento indispensabile di informazioni, sulle quali è possibile costruire le strategie di mercato caratterizzato ormai da una concorrenza dai confini invisibili.

E’ chiaro che a fronte di investimenti strutturali per la gestione della Policy di sicurezza aziendale, sia necessario corrispondere anche una competenza professionale sia sugli strumenti tecnologici utilizzati che sulla loro gestione.

Questo aspetto investe pertanto anche l’impiego di professionalità, che in apparenza possono essere valutate come contingenti, ma che invece, soprattutto in ambiti aziendali più organizzati sono da considerarsi permanenti.

Oltre al fatto che si tratta di definire un sistema organizzativo orientato alla sicurezza, e che pertanto riguarda tutti i processi (e i soggetti) presenti in un contesto aziendale.


Nuovo Regolamento europeo sulla Protezione dei Dati Personali

Il nuovo Regolamento europeo sulla Protezione dei Dati Personali, in vigore ormai da maggio 2016, mette in evidenza infatti che l’avvio di un percorso di gestione dell’Information Security & Privacy chiede alle aziende di mettere in campo adeguati modelli di governance, progettualità e soluzioni, per affrontare in maniera adeguata le sfide del mercato.

“Con il nuovo Regolamento Privacy europeo”, spiega una nota, “le aziende pubbliche e private dovranno affrontare una rivoluzione sulla gestione dei dati personali, con l’introduzione di nuovi principi e adempimenti con particolare riguardo alle Violazioni di dati personali (data breach).

Il termine per completare le attività di adeguamento e raggiungere la conformità normativa è previsto per maggio 2018, per tale ragione, aziende e pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di attivarsi tempestivamente per evitare pesanti sanzioni”.

 

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Mobile Trasformation: dove si concentreranno le strategie di digital marketing

15 Ott , 2016,
esseti
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Fonte: digital4.biz; dday.it

L’utilizzo sempre più costante dei dispositivi mobili trasforma inevitabilmente le strategie e gli orientamenti delle aziende. Le aziende stanno quindi sviluppando con sempre più necessità, strategie di marketing in grado di  rispondere in modo originale e innovativo a questa evoluzione dei consumatori, adottando sempre di più politiche mobile-oriented.

Questa necessità oggi si conferma anche con l’annuncio che Google sta per separare l’indice dei siti, tramite il quale fornisce risultati alle ricerche, in due. L’indice mobile verrà scorporato da quello desktop, sarà più aggiornato e fornirà risultati con più velocità. Una rivoluzione silenziosa che cambierà radicalmente il modo di ottenere risultati dal motore di ricerca.

È quanto affermato dall’analista Gary Illyes, Webmaster Trends Analyst di Google, dal palco della PubCon, l’evento dedicato al digital marketing.

Secondo Illyes, non solo verrà creato un indice per i dispositivi mobile, ma verrà anche privilegiato. Significa che, a parità di termini di ricerca, i risultati che fornirà Google saranno molto differenti a seconda che la ricerca venga effettuata da dispositivo mobile o desktop.

Sembra che il nuovo indice, quello mobile, verrà privilegiato, aggiornato più frequentemente e sarà in grado di produrre risultati “più freschi”.

Questa mossa, perfettamente plausibile, rientra nella strategia già adottata circa un anno fa, quando Google decise di penalizzare i siti non mobile friendly , ovvero non ottimizzati per la visualizzazione su smartphone, ed è conseguenza delle altissime percentuali di navigazione web su smartphone a discapito dei computer fissi.Lo smartphone rappresenta oggi un touch point dalle mille opportunità, capace di creare modalità di ingaggio dei consumatori del tutto nuove.

Conviene quindi porre particoalre attenzione al canale mobile, visto anche che l’importanza dell’utilizzo di questi dispositivi per le vendite on-line.

Secondo recenti studi, il valore delle vendite online provenienti da smartphone vale il 10% del totale e-commerce italiano. Il il 41% degli utenti effettua acquisti di beni e servizi dal proprio smartphone e il 55% utilizza il dispositivo fuori dal negozio per controllare prezzi e promozioni. Non a caso l’advertising online, nel primo trimestre del 2016 è cresciuto del 135,4%.

La quantità di dati in “transito” dal canale mobile è quindi quella su cui si pone maggiore attenzione anche perchè consente di misurare in tempi brevissimi i ritorni e le risposte delle strategie adottate.

Le stesse strategie per l’indicizzazione e il posizionamento adottate dalle aziende market-oriented dovranno quindi concentrare l’attenzione su questo canale e adeguare i propri strumenti di analisi a questa tendenza.

Questo aspetto determina quindi una maggiore concentrazione anche delle competenze tecniche richieste dalle aziende per gestire al meglio questi strumenti e valutare scelte di investimento su tecnologie dedicate.

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Banda Larga e IoT: in constante crescita l’accesso alla rete delle IoT . Tecnologie indossabili, automobili connesse in rete, industria 4.0.

3 Giu , 2016,
esseti
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Le connessioni Internet of Things supereranno quelle da smartphone entro il 2018.

Fonti:Research and MarketsCommissione europeaEricsson Mobility Report

Già molto si è detto sullo sviluppo costante dell’IoT (Internet delle cose), sulla modifica degli stili di vita lavorativi e sociali, sull’iperconnettività degli oggetti intelligenti collegati tra loro, nonché sull’enorme quantità di dati che viaggiano in rete o sulle “nuvole” e su come questi ormai siano diventati più appetibili rispetto ad ogni altra risorsa. Non è più solo una questione di dati personali e di tutela della privacy,  ma fonte di enormi opportunità di businness.

Molto ancora ci sarà da dire.

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Non si arresta infatti il trend positivo che vede il  tasso di crescita composto annuo del settore dei chip per l’Internet of Things (IoT) crescere dell’11,5%  e entro i prossimi due anni saranno connessi alla Rete più oggetti IoT (termostati, telecamere, sensori ambientali, etc.) che cellulari intelligenti.

Questi i dati di sintesi che emergano da due importanti apporti  internazionali di monitoraggio come il recente Mobility Report, datato giugno 2016, e il  Rapporto Research and Markets: “IoT Chip Market by Application Vertical & Geography – Global Forecast to 2022.

Questa invasione di accessi e di dati, determina la necessità di ampliare gli “spazi” di azione, la velocità di comunicazione, la solidità delle strutture che gestiscono e forniscono servizi.

Tradotto in termini economici in 5 – 6 anni, il  segmento dell’Internet delle cose passerà da un valore di circa 4,58 miliardi di dollari dell’anno passato ai 10,8 miliardi di dollari stimati per il 2022

Secondo il Rapporto della Commissione europea, nel 2020 saranno più di 6 miliardi gli oggetti intelligenti interconnessi su piattaforme Internet of Things (IoT), per un mercato che varrà qualcosa come 1.181,6 miliardi di euro, il 7% tondo del PIL dell’Unione europea a 28 Stati. Secondo studi specifici sull’Italia, ciò si traduce attorno ad un 5,4% del PIL nel 2020 (era calcolata al 2% nel 2014).

La “domanda di rete” è definita ormai da diverse aree tecnologiche che, stimolando la produzione di chip dedicati, riguardano non solo il rapporto comunicativo tra prodotti e servizi, ma l’utilizzo degli stessi dispositivi ‘indossabili (wearable device) ai prodotti e servizi per la salute, dai gadget elettronici (sconsumer electronic) alla building automation, dall’industria 4.0 all’automotive e i trasporti (connected cars, driverless cars).

Come già evidenziato, lo spazio necessario non riguarda solo il segmento della cosiddetta Internet delle Cose, ma anche il numero di sottoscrizioni a servizi di telefonia mobile, che hanno raggiunto quota 7,4 miliardi nel primo trimestre del 2016, con un aumento su base annua pari a circa il 3%.

Le sottoscrizioni di servizi di accesso a banda larga mobile, nel dettaglio, hanno raggiunto quota 3,7 miliardi, con una crescita anno su anno pari a circa il 20% e un incremento di circa 140 milioni soltanto nel primo trimestre del 2016.

Il contributo maggiore arriva comunque dai Paesi Asiatici, in testa l’India (+21 milioni). A seguire, Myanmar (+5 milioni), Indonesia (+5 milioni), USA (+3 milioni) e Pakistan (+3 milioni).

Paesi come Giappone, India e Cina, sostengono i ricercatori di Research and Markets, stanno progressivamente aumentando gli investimenti in ricerca e sviluppo proprio per promuovere l’utilizzo dell’Internet of Things nei settori di mercato appena menzionati. E proprio in Asia è attesa la crescita maggiore della domanda di chip per soluzioni IoT a livello globale.

Sul fronte delle connessioni, il rapporto Ericsson indica che le sottoscrizioni di servizi GSM/EDGE rappresentano ancora oggi il grosso del totale delle sottoscrizioni, ma nel 2021, prevedono gli esperti di Ericsson, il numero degli abbonamenti a servizi LTE e WCDMA/HSPA supererà di oltre il doppio quello degli abbonamenti GSM/EDGE.

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