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La nuova rivoluzione industriale: Smart Manufacturing

6 Ago , 2015,
esseti
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La digitalizzazione non è solo una questione di comunicazione, ma è soprattutto una questione produttiva.

Fonti: Osservatori.net, Smart Manufacturing, Lo Smart Manufacturing che rilancia l’Italia, 2 AGOSTO 2015  di Barbara D’Amico, Smart factory, servono 90 miliardi l’anno nell’Ue per la quarta rivoluzione industriale, 26 febbraio 2015 di  Flavio Fabbri 

smart

La sfida della competitività industriale si gioca su un nuovo modo di produrre e lavorare, con l’obiettivo di velocizzare il  processo lavorativo, ottimizzare i costi e il risparmio energetico. In poche parole l’obiettivo della produzione indusriale oggi è quello di avere una produzione “intelligente” che sa svincolare le inefficenze operative e utilizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per essere un “passo avanti” nelle scelte.

Quanto è importatante oggi l’informazion

e? l’espansione della digitalizzazione e la modifica delle abitudini sociali legate all’avvento delle nuove tecnologie informatiche ha prodotto e imposto un nuovo schema operativo.

Le economie c.d mature, si basano su un’approccio ormai caratterizzato dall’integrazione di informatica,  automazione,  internet delle cose. Le applicazioni dell’ICT sono diventate essenziali in diversi campi economici e manifatturieri. Ogni cosa ormai è chiamata ad essere Smart. Un modello intelligente di produzione abbastanza flessibile in grado di rispondere, ma forse ancora più di prevedere,  alla domanda dei consumatori globali portando innovazioni nei modelli di vita. Questo modello cambierà radicalmente i processi di sviluppo dei nuovi prodotti  della loro produzione, della loro distribuzione e vendita nonchè i contesti lavorativi favorendo la sicurezza dei lavoratori e permetterà un maggiore controllo sull’ambiente senza oneri burocratici e di costi di gestione.

L’adozione di software gestionali per la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al lavoro dei macchinari è un vantaggio enorme per le grandi industrie. Così come i sistemi che permettono ai dipendenti di lavorare da remoto allo stesso progetto utilizzando una piattaforma virtuale. In questo modo, profilati, auto, componenti per l’edilizia e la medicina, ma anche elementi per il design e l’architettura possono essere realizzati con un grado di innovazione che fa bene non solo alle tasche delle imprese ma anche al mercato del lavoro. Ingegneri informatici, data scientists ed esperti di automazione e robotica sono tra le figure più ambite dalla manifattura industriale.

Si sta verificando una graduale contaminazione che a partire dalle grandi imprese di produzione (in particolare macchinari, automotive, aereonautica) sta velocemente interesando in maniera sempre più significativa tutto l’ambito manifatturiero.

Il settore manifatturiero in Italia determina il 20% del PIL nazionale ed è la seconda manifattura europea. Si tratta quindi di un settore che è in grado di determianre le sorti dello sviluppo economico del nsotro Paese e che rappresenta una delle nostre eccellenze. E’ qui che infatti si concentrano gli sforzi per favorire l’innovazione, la Ricerca e Sviluppo, le applicazioni delle nuove tecnologie.

Come spiega un approfondito studio condotto dall’Osservatorio Manufacturing (www.osservatori.net) del Politecnico di Milano, la “quarta rivoluzione industriale”,  quella dello smart manufacturing,  è solo la naturale fase evolutiva della manifattura industriale. Uno stadio in cui app gestionali e tecnologie cloud stanno creando un nuovo modo di lavorare e produrre componenti e materiali, abbattendo costi e migliorando il risparmio energetico. Con il vantaggio di spianare la strada a figure professionali e di aumentare il grado di competitività delle imprese.

Gli obiettivi di questo nuovo paradigma tecnologico ed economico sono molteplici: raggiungere l’efficienza energetica, ridurre l’impatto ambientale (che ha un costo), ottimizzare le risorse disponibili (a partire da quelle del territorio), rendere più veloci e flessibili i processi produttivi, ridurre i costi, aumentare la produttività e la competitività, introdurre l’innovazione tecnologica negli impianti.

Soluzioni ad alto contenuto tecnologico che dovranno convergere in una strategia industriale orientata alla fabbrica intelligente (smart factory), quindi dotata di sistemi orientati alla cyberfisica, di infrastrutture wireless, di tecnologie IoT e M2M, di piattaforme per il cloud computing e la Human Machine Interface, di Additive Manufacturing (stampa 3D), di robots, di sensoristica digitale, Big Data Analytics, Wearable Devices e Advanced Automation per citare le più significative.

Nel rapporto 2014-2015 dell’Osservatorio del politecnico di Milano emerge in maniera significativa come il comparto manifatturiero italiano, stia finalmente uscendo dalla crisi economica, anche grazie alla digitalizzazione in corso nei suoi processi. Putroppo però non esiste ancora in Italia un vero e proprio sistema di sostegno, stabile e continuativo. Se da un lato le imprese italiane, virtuose, hanno iniziato ad investire nelle tecnologie Smart Manufacturing, «La situazione dello Smart Manufacturing in Italia mostra luci e ombre – commenta Giovanni Miragliotta, Responsabile della ricerca dell’Osservatorio –. I dati mostrano che le medie e grandi imprese italiane sono già attive sul tema, ma emerge l’assenza di una visione strategica, sia a livello di singola impresa sia di Paese. Fare Smart Manufacturing non è adottare questa o quella tecnologia, ma saper ‘orchestrare’ il digitale per trasformare i processi industriali come è accaduto nel terziario avanzato».