L’app di messaggistica WhatsApp ha annunciato ieri la novità. Si può rifiutare l’utilizzo delle informazioni per personalizzare i messaggi pubblicitari
Fonte: il corriere.it; wired.it
E’ ormai all’ordine del giorno la constatazione di quanto la tecnologia ci stia “facilitando” l’accesso ad ogni tipo di necessità.
Come le sfere di vetro , la Lampada di Aladino, l’oracolo di Delfi. Tutto quelle che desideriamo e di cui abbiamo bisogno può essere trovato con un semplice clic. Non c’è nemmeno il limite dei tre desideri, per tornare all’esempio del “povero” Aldino , perchè tutto ormai è illimitato.
Il prezzo ovviamente da pagare è non avere più segreti per nessuno. Tutto quello che facciamo, pensiamo, cerchiamo, diciamo, è raccolto con cura e ingordigia attravero tutti i nostri dispositivi, ormai diventati un prolungamento, o metamorfosi della specie umana, del nostro corpo e della nostra mente.
La nuova corsa all’oro è senz’altro ormai nelle mani di chi acquisisce e controlla i dati, e dopo che colosso di Mark Zuckerberg ha acquistato WhatsApp nel febbraio del 2014 , molto “oro” è stato accumulato nelle mani del padre di Facebook. Certo allora la promessa da ambo le parti , fu quella di non mischiare servizi e dati, soprattutto in considerazione del fatto che il social network si basa sulla vendita di pubblicità mentre l’app verde è priva di annunci. Adesso qualcosa è cambiato: una serie di informazioni relative a WhatsApp, come il nostro numero di telefono o gli accessi alle finestre di dialogo, verranno condivise con Facebook, Instagram o Oculus con il resto del gruppo di Menlo Park.
L’iconcina verde del telefono che parla, ha tenuto a sottolineare, che non vengono coinvolti i contenuti degli scambi: la crittografia end to end introdotta in aprile su WhatsApp, impedisce a chiunque di vedere testi o fotografie in transito da un dispositivo all’altro.
WhatsApp e Facebook inizieranno a parlare di noi alle nostre spalle: Traduzione del cambio nei termini di servizio avvenuto recentemente all’interno dell’app di messaggistica e dettagliato con un post sul blog relativo.
Accettarlo significa dare il permesso alle due piattaforme di scambiarsi una serie di informazioni sui propri account; sarà principalmente WhatsApp a inviare dati a Facebook, dati che includeranno tra le altre cose il numero di telefono utilizzato per la registrazione.
Tranqulli, le informazioni non saranno ovviamente rese pubbliche, ma rimarranno a discrezione del gruppo guidato da Mark Zuckerberg. Quel che la piattaforma di messaggistica sta cercando di fare è ottenere un profilo migliore dei singoli utenti: collegando i numeri di telefono con i loro profili su Facebook, il social network sarà in grado di suggerire amici e potenziali conoscenti in modo più efficiente, a tutto vantaggio degli utenti finali ma del sito stesso, che godrà di un numero di interconnessioni maggiore tra i suoi membri.
Rassicurati da queste accorte comunicazioni, spesso nemmeno lette prima di procedere e continuare a inviare i nostri “importanti” messaggi, non possiamo certo dire di aver stipulato una assicurazione sulla nostra privacy (cosa ormai abbandonata da tempo). Il social network da 1,7 miliardi di utenti potrà comunque attingere (anche) a questi dati per inviarci messaggi pubblicitari sempre più mirati quando navighiamo sulla sua piattaforma o per consigliarci potenziali amici da aggiungere alla nostra cerchia. Potrà capitare di vedere fra i suggerimenti di Facebook il nome e il volto di una persona con cui si è appena entrati in contatto su WhatsApp. O di imbatterci sul social network nella pubblicità di un’azienda che conosce il nostro numero di telefono.
Non solo, anche l’applicazione di messaggistica da più un miliardo di utenti si sta per aprire direttamente alle imprese. L’intenzione, adeguatamente mirata al rispetto della “nostra volontà”, non è di ospitare messaggi pubblicitari classici ma di consentire, ad esempio, alla banca di avvisarci di eventuali movimenti strani sul nostro conto, alla compagnia aerea di tenerci aggiornati sul ritardo del volo che stiamo per prendere o alla pizzeria di comunicarci che il pasto ordinato sta per arrivare.
Tutto per garantire la nostra sicurezza , facilitare la nostra vita quotidiana, dirci di cosa abbiamo bisogno appena sorge un problema, darci tutte le informazioni possibili, realizzare tutti i nostri desideri, appunto…
Il Business per le Aziende era all’angolo da tempo. L’angolo è stato svoltato e si è aperta un’autostrada.
Il fine è duplice: profilazione a beneficio della personalizzazione della pubblicità sul social network e un più generico miglioramento dei servizi. Nel secondo caso non c’è nulla da fare, piaccia o no le due applicazioni condivideranno le informazioni. Nel primo, invece, ci si può esplicitamente rifiutare. Quando l’ultima versione dell’app chiede di accettare le nuove condizioni bisogna selezionare «Leggi tutto» e non dare subito il proprio assenso. L’opzione «Condividere le informazioni dell’account WhatsApp con Facebook» va deselezionata e il gioco è fatto.
Come si vede nell’immagine, l’app assicura che il numero non verrà condiviso, ma fa riferimento solo a chi utilizza il suo account con un numero diverso da quello con cui lo ha attivato. Chi, infine, dovesse avere già accettato ha 30 giorni di tempo per intervenire: Impostazioni, Account e Condividi le informazioni del mio account. Questo è quello che vedremo comparire sui nostri display.
La novità verrà testata nei prossimi mesi, ed era stata annunciata a inizio anno, e sembra propendere per la creazione di chat ufficiali cui potremo decidere o meno di aderire — ma che saranno anche sfruttate per inviarci consigli su prodotti o servizi da acquistare in base alle nostre preferenze — e non dovrebbero interromperci durante le chiacchierate canoniche (o meno canoniche…).
Non ci resta quindi che vedere come saranno esauditi i nostri desideri, compresi quelli di Aladino.