Author Archives: esseti

Progetto DIGISKILLS – Corso di Formazione per E-commerce Specialist

1 Set , 2022,
esseti

corso realizzato nell’ambito del PROGETTO DIGISKILLS

COD.298630

finanziato con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 nell’ambito di Giovanisì, CON DECRETO N. 11121 del 30/05/2022.

ESSETI SERVIZI TELEMATICI S.R.L. Partner del progetto “DIGI SKILLS – COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE”

Percorsi di certificazione delle competenze sulle Digital Job

E’ grazie al finanziamento concesso con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 e alla partnership che abbiamo realizzato con con L’AGENZIA FORMATIVA ASSOSERVIZI, il POLO TECNOLOGICO – “MANETTI PORCIATTI” e UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA che possiamo realizzare percorsi gratuiti di formazione per offrire alle nostre imprese le risorse giuste per vincere la sfida che stanno attuando sul fronte dell’innovazione.

Tra le competenze più richieste abbiamo l’E-COMMERCE SPECIALIST, che grazie anche all’impulso della digitalizzazione avviata durante la pandemia, sta diventando una figura estremamente importante soprattuto per le imrpese commerciali.

Grazie a queste figure, le imprese saranno in grado di definire e implementare il piano di e-marketing e gli strumenti e le strategie commerciali per la vendita online di prodotti o servizi.

Il percorso di formazione gratuito di E-COMMERCE SPECIALIST, è finalizzato alla certificazione delle competenze in

  • DEFINIZIONE DEL PIANO DI MARKETING
  • ORGANIZZAZIONE DELLE VENDITE
  • SVILUPPO DELL’APPLICAZIONE DI E-BUSINES

riconosciute dalla Regione Toscana,  nell’ambito del Repertorio delle Figure Professionali

E’ realizzato nell’ambito del Progetto Formativo DIGI-SKILLS COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE COD. 298630 approvato con D.D. 11121 del 30/05/2022

Il corso si svolgerà in modalità videoconferenza

Se sei un’azienda interessata a questa figura?

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Progetto DIGISKILLS – Corso di Formazione per Data Analyst

26 Ago , 2022,
esseti

corso realizzato nell’ambito del PROGETTO DIGISKILLS

COD.298630

finanziato con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 nell’ambito di Giovanisì, CON DECRETO N. 11121 del 30/05/2022.

ESSETI SERVIZI TELEMATICI S.R.L. Partner del progetto “DIGI SKILLS – COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE”

Percorsi di certificazione delle competenze sulle Digital Job

E’ grazie al finanziamento concesso con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 e alla partnership che abbiamo realizzato con con L’AGENZIA FORMATIVA ASSOSERVIZI, il POLO TECNOLOGICO – “MANETTI PORCIATTI” e UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA che possiamo realizzare percorsi gratuiti di formazione per offrire alle nostre imprese le risorse giuste per vincere la sfida che stanno attuando sul fronte dell’innovazione.

Tra le competenze più significative e strategiche che abbiamo individuato, grazie alle nostre esperienze sul campo, quelle del DATA ANALYST sono senza dubbio le più apprezzate.

Mediante l’analisi e l’interpretazione dei dati gestionali a disposizione dell’azienda, potrà fornire al management quelle informazioni utili a supportare le decisioni di business.

Il percorso di formazione gratuito di DATA ANALYST, è finalizzato alla certificazione delle competenze riconosciute dalla Regione Toscana nell’ambito del Repertorio delle Figure Professionali, per

  • IMPLEMENTAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DI BASI DI DATI
  • GESTIONE DEL DATA BASE ED ASSISTENZA AGLI UTENTI

realizzato nell’ambito del Progetto Formativo DIGI-SKILLS COMPETENZE STRATEGICHE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE COD. 298630 approvato con D.D. 11121 del 30/05/2022

Il corso si svolgera in modalità videoconferenza

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Progetto QUASAR – QUantitative Analysis for Services and Assets Reliability

24 Ago , 2021,
esseti
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loghi_quasar_Istituzionale

RS2020 – POR  CREO FESR 2014-2020

Progetto co-finanziato dal POR CreO FESR Toscana 2014-2020 – Azione 1.1.5 – Sub-azione a1 – Progetti di ricerca e sviluppo delle MPMI RS2020 – Bando 2

ESSETI SERVIZI TELEMATICI S.R.L. è partner del progetto “QUASAR – QUantitative Analysis for Services and Assets Reliability”

Una molteplicità di realtà industriali e manifatturiere, operanti in ambiti “business critical” (e.g., Smart City, Industrial Manufacturing, Environmental Monitoring), hanno intrapreso un percorso di innovazione e maturazione spesso confluito nell’adozione di sistemi hardware/software “complessi” tali da rispondere dinamicamente ai cambiamenti dettati dall’evoluzione dei processi interni garantendo un continuo allineamento tra sistemi IT/OT e business aziendale.

Il progetto QUASAR intende sviluppare una piattaforma a supporto della digitalizzazione dei processi di asset management in contesti di Industria 4.0 promuovendo un avanzamento del framework JARVIS, mediante metodi quantitativi di analisi diagnostica e predittiva basati su dati e su modelli derivati da artefatti della pratica industriale e connettendo la rappresentazione dei digital twin di un asset con quella dei workflow di operazione e manutenzione, attraverso un’architettura software adattabile a una varietà di tipologie di prodotti, linee di prodotto e configurazioni specifiche.

Ciò sarà realizzato facendo leva su soluzioni software “enterprise” avanzate:
un “Libretto di impianto” digitale, inteso come rappresentazione eseguibile in grado di caratterizzare gerarchie di sistemi complessi, sia in termini di product line sia in termini di logiche di propagazione dei fallimenti, e corredato da informazioni quali osservazioni e misure delle condizioni operative e logistico-geografiche degli asset interni;
una estensione dei moduli di Workflow e Trouble Ticketing del prodotto AskMe Desk di LASCAUX, realizzando un sistema di IT Asset Management compliant ITIL 4 integrato con il “Libretto di impianto” digitale;
un ecosistema di agenti di analisi in grado di compiere valutazioni di reliability degli asset a “runtime”, al fine di monitorare il corretto funzionamento a regime, e “offline”, al fine di supportare la progettazione o il raffinamento di sistemi nuovi o preesistenti;
un ambiente “cloud” per il rilascio e l’esecuzione secondo il paradigma dettato da architetture orientate ai servizi.

Il progetto realizzerà un prototipo di moduli SW atto a finalizzare un’istanza concreta della piattaforma, compiendo sperimentazioni in contesti operativi business critical (Smart City, filiere di produzione quadri elettrici, servizi di telecomunicazione).

QUASAR, mirando a valorizzare i risultati della ricerca del sistema manifatturiero toscano, risulta coerente con la roadmap tecnologica Applicazioni e servizi ICT per l’industria ed il trasferimento tecnologico (cloud computing, business intelligence, smart manufacturing).

Il progetto è realizzato da un’associazione di imprese e organismi di ricerca con competenze diversificate: software e sistemi informativi (LASCAUX, UNIFI-DINFO), sistemi HW/SW per Smart City (SISMIC), asset e workflow management (ESSETI, LASCAUX), esperienza tecnico-scientifica nell’ambito di modelli, metodi quantitativi, di machine learning, e di Ingegneria del SW (UNIFI-DINFO).

Costo totale del progetto: 1.499.275,45 €

Contributo totale concesso: 674.673,95 €

Contributo totale concesso Partner Esseti: 63.950,06 €

Partner Promotori del Progetto:

digitalizzazione dei processi

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Piano Transizione 4.0. Come ottenere il Credito d’imposta per le imprese che investono in macchinari e impianti

12 Ago , 2021,
esseti
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Fino al 31 Dicembre 2021 è possibile richiedere l’applicazione del credito d’imposta al 50% a fondo perduto per acquisit impianti e macchinari

 

Transizione 4.0 credito d'imposta

Perchè richiederlo ora?

Se hai effettuato un acquisto o intendi acquistare impianti e macchinari necessari alla digitalizzazione dei tuoi processi aziendali e produttivi, con il , Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 sono  è possibile usufruire dell’aliquota del 50% per l’applicazione del credito d’imposta fino al 2021.

Per il 2022 l’aliquota scenderà al 40%.

Per poter presentare la richiesta, gli impianti e i macchinari oggetto dell’investimento devono rispettare specifici requisiti tecnologici per cui  occorre produrre una perizia asseverata da parte di un tecnico.

Esseti può aiutarti a seguire il procedimento e la presentazione della richiesta in collaborazione con il tuo commercialista,  per quanto riguarda:

la valutazione dell’investimento

la gestione e verifica dei fornitori hardware e software

la gestione dell’ interconnessione

E’ importante poter utilizzare subito questa opportunità, poichè   nel 2022 l’agevolazione scenderà al 40%.

Questo vorrebbe dire ad esempio, che per un macchinario del valore di 500.000 Euro  si perdono 50.000 Euro di contributi.

L’opportunità più interessante però riguarda le PMI.

In questo caso le piccole imrpese possono  cumulare gli effetti della Sabatini, aggiungendo un ulteriore 10%  a fondo perduto di credito d’imposta e arrivare quindi ad un totale del 60%.

Altre opportunità inserite nel Piano Transizione 4.0 sono i  Crediti per ricerca e sviluppo e Credito Formazione 4.0.

Vedi la documentazione del Mise: Presentazione, Slide

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Il nostro team di consulenti è a tua disposizione per completare la tua richiesta

 
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MyGDPR: il portale per la gestione Smart della privacy aziendale

16 Feb , 2021,
esseti
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Con il portale MyGDPR di Esseti, da oggi puoi gestire comodamente gli adempimenti Privacy con un click.

 

Il Portale Smart per la gestione della Privacy

Cosa puoi fare con il Portale MyGDPR?

Definire il tuo Archivio documentale sempre aggiornato, con la possibilità di creare e personalizzare la documentazione richiesta dalla normativa.

Generare il registro dei trattamenti in base alla tua mappatura dei dati ed estrarre informative aggiornate

Realizzare direttamente la Valutazione dei Rischi e analizzare il livello di sicurezza adeguato alla tua struttura

Utilizzare di modelli di DPIA precaricati, personalizzabili per gestire il procedimento di validazione dei tuoi dati aziendali.

Gli adempimenti per la gestione della Privacy aziendale richiedono spesso un controllo e un aggiornamento costante, soprattutto in contesti dove la natura dei dati trattati per lo svolgimento delle normali attività aziendali, ha un impatto significativo.

Oltre quindi ad una corretta gestione delle policy aziendali, definte in coerenza con la complessità e le caratteristiche dei vari contesti, è importante predisporsi di strumenti che massimizzano l’efficacia dei processi di gestione e soprattutto ne facilitino il controllo.

Con l’accesso al Portale GDPR MyGDPR potrai gestire la tua policy privacy aziendale in tutta sicurezza, organizzando in maniera semplice e veloce tutti i processi di gestione e controllo della documentazione e l’analisi di rischio.

Inoltre, puoi integrare i servizi del portale con piani personalizzati che includono servizi aggiuntivi in tema di privacy.

La Privacy: il nuovo mood per le strategie di digital marketing

24 Gen , 2021,
esseti
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Quanto conviene concentrare le strategie di posizionamento e indicizzazione verso motori di ricerca alternativi a Google?

Fuga da WhatsApp, critiche alle violazioni privacy del mondo Google, tecnologia pervasiva, profilazioni e Social.

Non lo avremmo mai pensato quando nel 2018 il GDPR imponeva ufficialmente di dare maggiore attenzione alla questione della privacy, per ovvi motivi sanzionatori, ma forse oggi sta diventando una nuova opportunità di mercato.

Sembra che il mercato stia allestendo un nuovo scenario o semplicemente stiamo assistendo al cambiando delle regole del gioco.

Se fino ad ora l’attenzione degli strumenti di indicizzazione e posizionamento verso le alternative Google &Co.  poteva essere una strategia efficace per esigenze di nicchia, ora il vento sta cambiando e potrebbe diventare invece una strategia vincente per tutti, per posizionarsi in un mercato, per così dire, privacy care.

Ridurre la concorrenza sfruttando la sensibilità verso la protezione dei dati può diventare una combinazione davvero eccezionale per rivedere le strategie di  comunicazione e marketing.

Fin’ora si è discusso molto del conflitto tra privacy e marketing. Ma forse ora la svolta vincente è utilizzare la privacy per fare marketing

La nuova “filosofia digitale”

Almeno in Europa, il GDPR sta quindi diventando il parametro di riferimento per molti motori di ricerca privacy friendly, alternativi a Google. Assisteremo dunque ad una migrazione sempre più ampia di utenti verso queste alternative così da ridimensionare il predominio di Google?

Sicuramente non assisteremo, almeno nel breve periodo, allo stravolgimento degli equilibri di mercato, visto che comunque molti di questi motori alternativi attingono ai risultati dei “grandi”, Certamente però cambierà qualcosa nei meccanismi di acquisizione, gestione e soprattutto “vendita” dei dati che comunque continueranno ad essere presenti nel web.

La questione della privacy on line è ovviamente una questione che impegnerà i grandi del web a rivedere le proprie politiche a fronte di un costante braccio di ferro con gli enti di controllo, ma anche e soprattutto per (ri)stabilire una fiducia ormai minata nei confronti degli utenti,

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Nuovo Bando MISE per le Imprese che investono in IT

15 Ott , 2020,
esseti
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100 milioni di euro stanziati. Dal 15 dicembre le domande per richiedere l'agevolazione. Una nuova sfida per le PMI?

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Fonte: mise

Con il nuovo Decreto Crescita sono stati stanziati 100 milioni di euro per agevolare le PMI negli investimenti destinati alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, con particolare riferimento a quelle appartenenti ai  settori più colpiti dalla crisi economica innescata dalla Pandemia COVID-19.

Il decreto che definisce i termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazione per il bando “Digital Transformation” delle PMI è publicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

I Progetti possono essere presentati anche da gruppi di imprese, massimo 10, o singolarmente e riguardano in via prevalente il settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere, nonché, al fine di accrescerne la competitività e in via sperimentale per gli anni 2019-2020, alle imprese del  settore turistico impegnate nella digitalizzazione dei servizi.
Sulla base dei settori ammessi, nell’allegato n. 1 del provvedimento attuativo dell’intervento sono identificate le attività economiche ammissibili.

Le agevolazioni sono concesse sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50 percento, articolata come segue:

  1. 10 percento sotto forma di contributo;
  2. 40 percento come finanziamento agevolato.

Per le Imprese quindi nuove opportunità, ma anche nuovi impegni per gestire la presentazione dei progetti.

Un processo che deve essere curato con attenzione per non vanificare le risorse e i tempi impiegati per gestire l’aspetto burocratico della presentazione.

In questi mesi infatti, nonostante le diverse opportunità promosse per sostenere le imprese sul fronte dell’adeguamento tecnologico, altrettante sono state le difficoltà incontrate per gestire le fasi burocratiche per ottenere l’accesso alle diverse fonti di agevolazione o contributo.

Occorre quindi una preparazione preventiva, finalizzata a programmare le fasi utili a gestire correttamente i passaggi per la produzione documentale delle proposte e richieste. Queste attività spesso risultano impegnative per le imprese che attualmente devono gestire già una più complessa organizzazione aziendale.

I progetti di adeguamento tecnologico, le nuove implementazioni e lo sviluppo di progetti destinati a migliorare la digitalizzazione delle imprese sono spesso già operativi o in fase di avvio e richiedono il coinvolgimento di un team di risorse e competenze in grado di coordinarsi efficacemente con il managment aziendale.

L’opportunità di attingere a risorse finanziarie aggiuntive è pertanto un’occasione essenziale per le imprese, ma l’importante è che questi strumenti non compromettano la realizzazione temporale dell’investimento.

 

Oltre il Progetto, quali punti chiave?

I Check Point

Modalità di presentazione delle domande

Predisposizione della documentazione e accesso ai sistemi informativi predisposti per formulare la richiesta

Valutazione, Punteggi e Premialità

Valutazione della qualità progettuale, coerenza degli investimenti con i piani strategici e di sviluppo dell'impresa

Condizioni e le soglie minime di ammissibilità

Requisiti dimensionali, occupazionali, settoriali, adempimenti fiscali

Rendicontazione e ammissibilità costi

Gestione della rendicontazione e implicazioni amministrative e di controllo gestione.

Contatta il nostro team PER REALIZZARE IL TUO PROGETTO

GET BETTER RESULTS BY sharing competence

Attraverso il nostro Team di professionisti, le imprese con le quali collaboriamo nella realizzazione dei Progetti di investimento tecnologico, possono trovare un efficace supporto per gestire al meglio tutti i passaggi per accedere a queste opportunità.

 

    La tua azienda (richiesto)

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    Oggetto

    Il tuo messaggio


    Informativa, autorizzazione e consenso ai sensi dell’articolo 13 ss., Regolamento UE, n. 2016/679 (GDPR)


    Autorizzo a ricevere informazioni sulle iniziative legate alle nostre soluzioni e servizi

     

    Fase due in arrivo. Le Tecnologie che ci guidano tra nuovi scenari economici e libertà personali “minacciate” da App Contact Tracing

    7 Mag , 2020,
    esseti
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    Il vero problema dell'umanita......
    E.O Wilson

    Così inizia una celebre frase del Biologo E.O Wilson, che qualche giorno fa è stata commentata in un post Instagram dei ,  brillantemente e acutamente “corretta”.

    La scuola permanente di filosofia e immaginazione di Maura Gancitano e Andrea Colamedici ha affrontato il tema dell’utilizzo delle tecnologie nella società attuale e in particolare ha proposto una discussione sull’utilizzo dell’App Immuni , coinvolgendo il giornalista, imprenditore, docente e consulente della comunicazione del Bambin Gesù,.

    L’affermazione di Wilson continua così:

    …è che abbiamo emozioni paleolitiche, istituzioni medioevali e tecnologie futuristiche”
    E.O Wilson

    La “correzione” proposta da Tlon nel post, ribalta la costruzione e il significato della frase cogliendo, a pieno il contesto attuale.

    Il vero problema dell’umanità è che abbiamo tecnologie futuristiche che approfittano di istituzioni medioevali per abusare delle nostre emozioni paleolitiche.

    Nella lotta tra le “tecnologie futuristiche” e le “istituzioni medioevali” le vittime sono le “nostre emozioni paleolitiche”. Ci permettiamo  così di dare il mio ulteriore contributo.

    Nicola Zamperini, Autore di Castelvecchi), ha commentato e risposto alle sollecitazioni e agli interrogativi proposti nel dialogo condotto da Andrea Colamedici, offrendo spunti di riflessione molto significativi e lucidamente onesti sul tema dell’influenza delle tecnologie, soprattutto in questa fase di “rivoluzione” dei rapporti comunicativi e sociali.

    “Ogni problema oggi è un problema tecnologico”. Così si è aperto il dialogo.

    Il Topic della cosiddetta fase 2 ruota tutto attorno all’utilizzo delle App di contact tracing, come Immuni, per affrontare la gestione della convivenza con il virus e riuscire controllare o arginare i rischi. La gente comune, i politichi, gli studiosi, i sociologi tutti quanti, stanno disquisendo sull’utilizzo di un App che “potrebbe” invadere la libertà personale.

    Proprio in rete, si moltiplicano articoli ed interventi di autorevoli fonti di settore, che mettono in evidenza le conseguenze, positive e potenzialmente negative, dell’utilizzo di queste tecnologie, puntando l’attenzione sulla gestione dei dati personali o su aspetti legati alla sicurezza del framework che le caratterizzano.

    La gestione dei dati personali però è sicuramente l’aspetto che più suscita preoccupazione e scandalo nell’opinione comune, mentre gli addetti ai lavori analizzano anche l’aspetto della cybersecurity legato alla maggiore diffusione di possibili accessi di attacco. Aspetto quest’ultimo non meno inquietante.

    Dobbiamo però onestamente chiederci di quale invasione ai dati personali dovremmo correttamente preoccuparci. Non ha senso illuderci sul fatto che questo terreno sia stato fin’ora inesplorato. Quale differenza potrebbe esserci nell’utilizzo di queste tipologie di App rispetto a tutto quello oggi stiamo già utilizzando?

    Chiunque ormai si renderà conto che non c’è nessuna differenza (se non quella di essere utilizzata ad uno scopo legato alla salute e quindi percepita più invasiva), ma forse il fatto che una voce più o meno ufficiale ci “suggerisca” di utilizzarla, ci costringe ad un allarme un po’ ingenuo.

    Come afferma Zamperini nel corso del dialogo, possiamo rinunciare alla tecnologia se la consideriamo minacciosa, invasiva e lesiva delle nostre libertà personali. Nessuno ce lo impedisce. Bisogna senza dubbio esssere creativi e soprattutto capaci di sapere come farlo. Dobbiamo però soprattutto essere coscienti di cosa significa e accettare di rinunciare anche ad altre abitudini che oggi, sono irrinunciabili per tutti o almeno per molti. Abitudini personali, ma anche abitudini legate a tutti gli aspetti sociali ed economici della nostra società e molto probabilmente anche ai nostri stessi diritti civili.

    covid19_immuni

    E se per ipotesi la diffusione del Corona virus avesse colpito le tecnologie e non l’uomo e per provare ad arginare il disastro avessimo dovuto rinunciare ad internert, ai social, alle telecomunicazioni?

    Non serve pensare all’apnea dei nativi digitali o della generazione Z per rendersi conto dell’effetto che si verrebbe a creare, ma basta ammettere umilmente che la vita di tutti noi abitanti del 21° secolo è strettamente legata alla tecnologia e a quello che ne consegue.

    Nel corso dell’epidemia è la “rete” che ha vinto la sfida. Non ha fatto altro che accogliere tutti e raccogliere dati.

    Ecco qui un esempio di chi realmente sta investendo sul futuro: Un “impresa” che sta acquisendo risorse (i nostri dati) per capire e prevedere come si trasformerà in futuro, il mercato e la società.

    Zamperini indica chiaramente che oggi, le grandi corporation tecnologiche, sono le uniche che conoscono lo stato d’animo del mondo, le paure del pianeta e la salute di tutti noi.

    Oggi più che mai, stati d’animo, opinioni, legami e contatti, sono convogliati nelle grandi piattaforme e in rete.

    Quando le aziende saranno pronte per ricominciare a vendere — e qui si apre un altro mondo — saranno i dati raccolti delle corporation tecnologiche quelli che le faranno vendere….

    Cediamo molto volentieri (o inconsapevolmente) i nostri dati per far si che la rete (o un Brand) soddisfi i nostri desideri, ma dimentichiamo che cediamo già informazioni forse molto più invasive di quelle che un App come Immuni acquisisce e che per di più viene utilizzata per fronteggiare un pericolo che minaccia in sostanza la ripresa stessa delle attività e della nostra economia.

    Vogliamo ripartire ma non siamo disposti a fare in modo che possiamo farlo utilizzando strumenti che possono favorire una ripresa sicura? Intanto possiamo continuare a fare ricerche su Google, condividere pensieri e festeggiare eventi su Zoom. Sicuramente qualcuno, domani ringrazierà.

    La realtà ci dice che un App come Immuni già esiste e opera. Anzi un “App” molto più importante e potente di Immuni.

    Zamperini ricorda anche che solo attraverso Google Trends — citando un articolo del NewYork Times — un giornalista ha ricreato sostanzialmente una mappa di diffusione dell’epidemia, sfruttando i dati raccolti dal trend di parole chiave legate ad approfondimento sui problemi di gusto e olfatto (uno dei sintomi del virus).

    social_dati

    Anni fa, un esperimento sempre di Google — Google Trend influenzali (GFT ) — ha fornito stime dell’attività influenzale in oltre 25 paesi tentando di fare previsioni accurate sull’attività influenzale. L’idea alla base era che, monitorando milioni di comportamenti di monitoraggio della salute online di utenti, il gran numero di query di ricerca di Google raccolte poteva essere analizzato per rivelare se l’esistenza o la una presenza di malattia simil-influenzale in una popolazione.

    E’ evidente quindi che la discussione attuale sulla invasività di un App per gestire un’emergenza dai risvolti economici letali per tutti, appare quanto meno un po’ fuori fuoco.

    Quello su cui invece è opportuno riflettere per cercare di affrontare la realtà che ci aspetta è su come utilizzare le informazioni che possiamo raccogliere o che potremo analizzare, studiare e valutare.

    L’emergenza COVID-19 ha segnato un punto di svolta. Credo che ormai sia indiscutibile.

    Ci ha fatto intravedere un altro mondo che, inutile negarlo, ci aspetterà da qui in avanti. Potremmo pensare che l’effetto COVID-19 avrà sulla futura generazione lo stesso effetto che ha avuto la tecnologia sulla nostra generazione. Non lo potremo ignorare perché avrà portato ad un nuovo modello sociale.

    Cambierà tutto perché comunque dovremo convivere con questa realtà, per poco, per un po’ o per molto. In ogni caso il cambiamento è in atto e non c’è futuro se torniamo indietro.

    La tecnologia può offrirci delle soluzioni, ma dobbiamo avere l’umiltà o la coscienza di accettare che non ne abbiamo il controllo, ma dobbiamo invece controllare il nostro livello di coinvolgimento…”non dobbiamo abusare delle nostre emozioni paleolitiche…”

    I sistemi economici, le imprese devono accettare l’idea di lavorare su una nuova visione, riprogettare le strategie e soprattutto capire che il mercato avrà una nuova veste e nuove esigenze. E queste sono già note a qualcuno.

    Starà nella capacità di acquisire parte di quella conoscenza che porterà a definire i vari punti di forza.

    Report su dati e-commerce dell’ultimo periodo, dimostrano già oggi come stanno modificando le aziende le strategie di vendita e di marketing. Dovremo considerare una nuova filosofia di vita, che in ogni caso sarà presente nella realtà che si sta delineando. Un nuovo fronte che però non è sconosciuto perché già “elaborato” da dati acquisiti, comunicati espressi. Il modello di vita che dobbiamo accettare mutato in qualche modo, offrirà sempre di più dati e informazioni alla rete.

    Ora più che mai dobbiamo guardare oltre l’attuale. Ora più che mai parlare di innovazione significa comprendere, sotto tutti i profili sociali, il cambiamento che stiamo vivendo.

    La diffusa tendenza a mettere in luce tutti gli aspetti che prima avevamo trascurato, che prima non avevamo il tempo di, che prima non erano necessari, che prima erano scontati…ora non lo sono più grazie al COVID-19. Ma direi a questo punto grazie alla rete che ha raccolto questo nuovo mood mondiale e che ce lo mostra, anche se in piccolissima parte.

    Questo potrebbe essere già un dato…. nuovi bisogni, nuove priorità che possiamo già vedere, proprio grazie a tutti noi che ogni giorno utilizziamo, non un App che ci segnala possibili situazioni di contagio, ma semplicemente lavorando, facendo running, andando al cinema o prenotando un ristorante.

    Un’azienda che pensa ad una visione strategica futura non può tenerne conto.

    E già qualcuno lo sta facendo.

    Concludiamo con l’esempio di un’icona del mondo della moda come Giorgio Armani, che ha dichiarato guerra ad una visione del mercato che non ha più ragione (e credo non sia solo un aspetto morale…) di esistere.

    Cogliendo l’umore attuale ha ridisegnato il suo approccio al mercato, un nuovo modello di produzione e organizzazione della sua Maison per diffondere un nuova mission per il suo Brand.

    ‘Non si può pensare solo al profitto. La moda deve rallentare se vuole ripartire. E tornare a essere umana…L’emergenza in cui ci troviamo dimostra che l’unica via percorribile sia un attento e ragionato rallentamento…Trovo assurdo che si possano trovare in vendita abiti di lino nel bel mezzo dell’inverno e cappotti d’alpaca d’estate per la semplice ragione che il desiderio d’acquistare deve essere immediatamente soddisfatto”

    Siamo certi che qualcuno lo seguira.

    Smart working: privacy e sicurezza nel contesto dell’epidemia di COVID-19

    24 Apr , 2020,
    esseti
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    L’emergenza del COVID-19 ha accelerato l’adozione, su tutto il territorio nazionale, delle misure di lavoro agile, il cosiddetto “smart working” (introdotto per la prima volta dalla Legge n. 81 del 2017), al fine di evitare gli spostamenti e contenere i contagi.

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    A causa del modo improvvisato con cui il sistema produttivo italiano si è avvicinato a questa modalità di lavoro, le aziende e le persone potrebbero non essere pronte ad avvalersene correttamente. Il “lavoro agile”, infatti, richiede un sapiente utilizzo dell’innovazione digitale, una gestione integrata ed un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali di cui la privacy è parte integrante, per via del ruolo di primo piano rivestito dalla tecnologia.

    Le modalità flessibili di lavoro smart, in generale, consentono di migliorare la produttività delle imprese e di usufruire di diversi incentivi fiscali, oltre a permettere ai lavoratori una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia, producendo pertanto maggiori opportunità per le imprese e per loro stessi. Dall’altro lato, però, l’improvviso utilizzo dello smart working espone a maggiori rischi informatici i dispositivi aziendali, ma anche quelli personali, spesso usati in questa circostanza per necessità lavorative.

    A partire dall’inizio del contagio del Coronavirus sono in constante crescita attacchi informatici come ad esempio l’invio di e-mail sospette, tutte riferite all’attuale situazione d’emergenza, in cui vengono richieste credenziali e dati personali (phishing) o che contengono allegati o link dannosi. Questo dato evidenzia quanto i criminali informatici, sfruttando le notizie globali e la situazione d’emergenza sanitaria, si approfittano delle persone che cercano informazioni sul contagio e che sono per questo più propense a cliccare su link potenzialmente dannosi o a scaricare allegati che si rivelano indesiderati.

    In questa condizione, il datore di lavoro è tenuto a prestare adeguata attenzione a diversi aspetti inerenti l’uso delle nuove tecnologie. Deve continuare a mantenere, seppur a distanza, contatti con i propri dipendenti portando avanti il lavoro quotidiano, nel rispetto dei limiti fissati dallo Statuto dei Lavoratori. L’articolo 4 ha una particolare rilevanza quando si parla di lavoro agile, perché fissa un principio cardine: sono vietati l’installazione e l’uso di strumenti tecnologici e sistemi in grado di controllare a distanza lo svolgimento dell’attività lavorativa del dipendente, a meno che il ricorso a questi non sia stato prima siglato con un accordo sindacale o sia autorizzato dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

    Lo Statuto, nato nel 1970, è stato interpretato in maniera evolutiva dalla giurisprudenza e dagli orientamenti del Garante della Privacy e ha finito per comprendere anche un controllo sugli strumenti digitali dei lavoratori: dai sistemi di rilevazione della posizione fino ai software che monitorano in maniera costante l’uso che viene fatto di internet. La riforma del 2015 (Jobs Act) ha poi aggiunto che, anche se lo strumento di controllo a distanza è lecitamente installato, il datore di lavoro deve preventivamente informare il lavoratore agile sulla possibilità di eseguire controlli sulla sua prestazione.

    Non c’è, comunque, un divieto “assoluto” di controllo sul lavoratore da parte del datore; se quest’ultimo ha il fondato sospetto che il dipendente stia commettendo degli illeciti, può svolgere controlli mirati, anche a distanza, a patto che siano proporzionati e non invasivi, e che riguardino beni aziendali (il PC fornito dal datore, la casella di posta aziendale, etc.) rispetto ai quali il dipendente non ha alcuna “aspettativa di segretezza”, dal momento che gli strumenti aziendali non possono essere usati per motivi personali.

    Tuttavia, il datore di lavoro deve anche occuparsi della sicurezza dei dati e delle reti aziendali, a tutela dei propri dipendenti, clienti e fornitori (rispettando adeguati standard di sicurezza di data protection e cyber security). I dipendenti e i collaboratori, dovrebbero avere precise istruzioni, impartite dal titolare, per la salvaguardia dei dati personali che sono autorizzati a trattare nello svolgimento della propria mansione lavorativa. Non tutte le aziende, però, hanno direttive e procedure di sicurezza precise per lo smart working, soprattutto quando questo non è stato mai previsto prima d’ora.

    L’errore più frequente nell’usufruire delle modalità di lavoro agile, utilizzando dispositivi personali e non forniti dall’azienda, è quello di trascurare le misure di sicurezza, non adottando sistemi antivirus e sottovalutando i rischi connessi alla navigazione in rete (accesso a siti pericolosi, download, etc.): uno scenario potenzialmente pericoloso se si accede, in questo modo, ai sistemi e ai server aziendali da remoto.

    Anche in questo periodo di emergenza sanitaria, le misure di sicurezza adeguate che il titolare del trattamento dovrebbe attuare per garantire la tutela dei dati personali, dovranno rispettare il Regolamento UE 2016/679 (GDPR). Perciò il datore di lavoro dovrà attuare tutte le procedure per l’attività lavorativa dello smart working, seppur non precedentemente previste, in modo da limitare il rischio per i diritti e le libertà fondamentali degli interessati.

    Una risposta concreta a tali problemi, seppur non obbligatoria, è rappresentata dalla compilazione e dall’aggiornamento della Valutazione d’Impatto (la “DPIA” — art. 35 GDPR), ovvero un’analisi delle necessità, della proporzionalità, nonché dei relativi rischi, allo scopo di approntare misure idonee ad affrontarli.

    In questa forma di lavoro agile non si può non far riferimento alla cyber security, poiché innumerevoli informazioni vengono scambiate e condivise online. I dati particolari, le proprietà intellettuali e i documenti riservati potrebbero subire furti, perdite accidentali, accessi abusivi, diffusioni dolose o colpose ed essere quindi oggetto di “data breach”.

    Oltre ad affidarsi a VPN (Virtual Private Network) sicure e a provider affidabili, anche in questo caso, la formazione dello smart worker costituirebbe un’efficace misura di sicurezza, poiché come prescritto dall’art. 32 del GDPR:

    “Il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento fanno sì che chiunque agisca sotto la loro autorità e abbia accesso a dati personali non tratti tali dati se non è istruito in tal senso dal titolare del trattamento, salvo che lo richieda il diritto dell’Unione o degli Stati membri”.

    Occorrerà considerare questa diffusione epidemica come un evento che ha interrotto l’abituale continuità lavorativa e, conseguentemente, ha minacciato i sistemi informativi. È auspicabile trarne un insegnamento per implementare sistemi efficaci al fine di rendere maggiormente operativa l’azienda già a partire dalla “Fase 2”, attivando una corretta progettazione e una maggiore cultura della sicurezza fra i dipendenti.

    Strumenti aziendali nell’ambiente abitativo

    3 Apr , 2020,
    esseti
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    Quindi occhi aperti e porte chiuse.